La Fondazione Trussardi, nota per i suoi coraggiosi e inusuali interventi sul territorio cittadino, rispolvera un vecchio format del 2004, a cura di Massimiliano Gioni, dal titolo “Nuovi Mostri” disseminando nelle strade della città, dal centro alla periferia, centinaia di poster degli artisti (che son passati da 16 a 70) in una sorta di invasione pacifica e senza barriere dell’arte contemporanea negli spazi pubblici .“Insieme, le immagini di ITALIA 70 compongono una collezione temporanea di arte a cielo aperto – un museo metropolitano, nascosto tra le comunicazioni commerciali, che riflette i desideri e inquietudini dell’Italia di oggi” recita il comunicato stampa.
Il titolo richiama il celebre film del 1977 di Dino Risi, Mario Monicelli ed Ettore Scola, che indagava i vizi dell’italiano medio negli anni ’70, attraverso una serie di episodi di ordinaria mostruosità, brevi ritratti di individui esecrabili su cui sorridere con una punta di amarezza. Ma anche la altrettanto famosa la rubrica trash di “Striscia la notizia”, che raccoglie ogni settimana tutto il peggio visto in TV. Non so se il curatore si sia ispirato a quel filone pensando agli artisti come “nuovi mostri” oppure replicando il film nel sarcasmo verso una progenie moralmente orrenda dell’italica penisola, di certo è uno di quei progetti ben confezionati che mette insieme nomi noti con giovani emergenti, che però alla fine non sono liberi che di esser “mostri” e declinare il loro lavoro per una fruizione, appunto, nelle pieghe del messaggio pubblicitario.
Tranne la grande ed epica mostra “Sanguine” curata dall’artista belga Luc Tuymans alla Fondazione Prada (di cui ho già parlato diffusamente in un articolo di un po’ di tempo fa) ho la sensazione che tutte le ultime mostre collettive che vedo siano al bivio tra la visione e l’ipertrofia: la nostra cultura, come direbbe Baudrillard, è sul punto di scivolare dai giochi di competizione ed espressione a quelli d’azzardo e di vertigine e alla fine purtroppo, l’incertezza del contenuto spinge alla moltiplicazione vertiginosa delle qualità formali (dunque all’estasi). “L’estasi è la qualità propria ad ogni corpo che gira su se stesso fino alla perdita di senso e che risplende allora nella sua forma vuota e pura”.