... intende abbandonarla, Norma vacilla tra il desiderio di vendetta e la volontà di punire se stessa. La vicenda - che si svolge nelle Gallie durante la dominazione romana - unisce il piano storico a quello personale e alla fine la tragedia si compie: Norma, insieme a Pollione, va incontro al suo destino di morte.
Esempio di “bel canto” all’italiana, Norma (1831) è un’opera di Vincenzo Bellini, legata al nome di Maria Callas anche grazie alla quale Casta Diva (l’invocazione di Norma alla Luna) è una delle arie operistiche più famose di sempre.
Piuttosto nota è anche la “pasta alla Norma” che dal melodramma prende il nome. Musica e cucina sono sempre un binomio vincente, ricco e creativo; in questo caso l’origine della denominazione del piatto è incerta: una tradizione la fa risalire all’Ottocento, alla fantasia di uno chef siciliano che le dette questo nome cucinandola per le celebrazioni della nuova opera del compositore di Catania. Secondo un’altra versione fu il commediografo catanese Nino Martoglio che nel 1920, per esaltare un piatto di pasta particolarmente squisito, lo paragonò al capolavoro di Bellini con l’esclamazione “Chista è ‘na vera Norma!”. Comunque sia, a questo gustoso primo piatto è dedicata la “Giornata nazionale della pasta alla Norma”, il 23 settembre, data della morte del compositore e giornata in cui inizia anche, ormai da dodici anni, il Festival Bellini di Catania che quest’anno ha in calendario un nuovo allestimento di Norma.
Per chiudere, gli ingredienti della ricetta: pasta corta da condire con salsa di pomodoro fresco, melanzane fritte (meglio se la qualità di Acireale), aglio (dovrebbe essere quello rosso di Nubia), basilico e ricotta salata grattugiata. Nell’attesa che la pasta sia pronta consiglio l’ascolto dell’Ouverture dell’Opera. Qui con la direzione di Riccardo Muti.