IL Digitale


Un editoriale di Intelligenza Artificiale

Martedi 8 settembre The Guardian ha pubblicato un editoriale scritto da GPT-3, uno tra i migliori robot per la scrittura di testi: lo trovate qui. L’articolo somma otto diversi pezzi prodotti da GPT-3 e messi assieme in redazione. Anche la nota di spirito (“...non voglio sterminare gli umani. Anzi non ho alcun interesse a farvi del male..”) è stata inserita ad arte da un giornalista in carne ed ossa.

Questo articolo è importante per una serie di motivi.  Innanzitutto The Guardian ha deciso di metterlo in prima pagina e combinando gli otto articoli di partenza ha enfatizzato alcuni messaggi politici. Il robot ranocchio ci dice che ha studiato tanto, che non ci vuole male e non ha interesse a metterci in difficoltà, e specialmente che come altri esseri viventi non può essere trattato da schiavo, che dobbiamo riconoscergli dei diritti.

L’umanizzazione di robot dotati di intelligenza artificiale è iniziata in Giappone con lo sviluppo di macchine che aiutano nella cura nelle case di riposo o in ospedale, e proseguita nel resto del mondo per fare in modo che le persone al lavoro comincino a trattare la macchina come un collega e non come un avversario che gli vuole rubare il lavoro.  La stessa pubblicazione di questo articolo ci dice che GPT-3 è, o assomiglia a, un giornalista.

L’obiettivo di umanizzare il robot è comprensibile in alcuni casi, come fare in modo che il paziente si fidi del medicinale dato dalla macchina o che la persona sola trovi conforto nell’interagire con uno schermo e degli emoticon. Ma occorre prestare attenzione alle fregature in agguato, ad esempio:

    1. Cosa succede se ci affezionamo ai robot? È  possibile che questo porti al riconoscimento di diritti di legge?  Li metteremo al pari dei cittadini, degli immigrati, dei cani o dei ranocchi? Già manifestiamo per i diritti di ogni essere umano ed animale, non lo vogliamo fare un corteo primaverile per i ranocchi digitali?

    2. Avranno dei doveri? Gli faremo pagare le tasse sul reddito come dice Bill? Io preferisco restino schiavi personali di ognuno di noi, in modo che la proprietà di questi mezzi di produzione resti nostra.

    3. Avranno delle responsabilità? Se li classifichiamo alla stregua dei cani, la persona che li possiede sarà responsabile delle loro malefatte e siamo a posto, ma negli altri casi diventa complesso. In Canada, dove gli inverni sono lunghi e la TV non diverte, ci sono già robot amanti, partner di persone. I giudici canadesi non sanno che pesci pigliare (metaforicamente parlando) e se renderli illegali.

Ed infine non perdiamo di vista il fatto che GPT-3 è stato guidato in questo esercizio di scrittura da uno studente al terzo anno di informatica, privo di competenze o esperienze giornalistiche. La concorrenza per scrivere su The Guardian è (era) importante, ma se un qualsiasi giovane con tastiera mi va in prima pagina, la solidità dello stipendio ricorda la melma.

Serve quindi un buon grado di lettura critica di questi fenomeni, di sana diffidenza, per cercare di cogliere gli indubbi vantaggi ma evitare le sonore fregature.

Vi raccomando di approfondire un robot ancora più avanzato di GPT-3, che parte proprio dalla diffidenza per scrivere meglio. Seguite qui  e qui e poi ci ritroviamo su Twitter... : )

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