LA Caverna


La rotta

Siamo sempre di fretta. La nostra vita va di corsa ma spesso non sappiamo bene dove andiamo a parare. Inseguiamo con affanno beni provvisori, tante cose che svaniranno come polvere al vento. Non cadiamo nel grande inganno che ci induce a vivere come schiavi di realtà passeggere. Fermiamoci qualche volta per...

... cogliere l’essenziale senza inseguire in maniera irrazionale ed emotiva il superfluo che addormenta lo spirito. Non arriveremo mai se, da sbadati, ci smarriamo a guardare cose che passano. È importante impostare la rotta, quando la bussola non è ben calibrata. Le tempeste magnetiche della vita ci disorientano, ci ingannano.

Nessuno può sottrarci da questi turbamenti che, prima o dopo, come violenti uragani, distruggono edifici e foreste, seminano paure e morte, ci rubano la pace del cuore e traumatizzano la mente. Non risolviamo i problemi vivendo alla giornata o contando su false sicurezze che hanno la durata di un rapido tramonto. È necessario fermarsi per riscoprire la rotta sulla carta geografica dell’esistenza che la nostra dominante cultura dell’apparenza ci ha bruciato tra le mani come una fiamma impensata.

Trovare la rotta è schierarsi contro le illusioni e le ipocrisie, non vagheggiando chimere ma nutrendo ideali nobili, che liberano il cuore dalle vanità. Investiamo la vita per tesori che durano, bussole affidabili in un tempo di generale disorientamento. Mente e cuore sono calamite che hanno bisogno di attaccarsi a qualcosa, a Qualcuno. Le dipendenze e le schiavitù che ci seducono, che bloccano il cammino o rallentano la corsa, sono sirene e idoli che ci permettono solo un modesto cabotaggio o ci fanno andare alla deriva, catene che impediscono alla barchetta della nostra esistenza di salpare verso l’alto mare, incontro ai vasti orizzonti di un futuro positivo.

La felicità, il porto desiderato del viaggio umano, non si trova tra le ceneri di un benessere sfacciato che alimenta egoismo e indifferenza ma nel fuoco scoppiettante di una speranza che non si spegne nella mediocrità ma nutre sogni concreti di vita dignitosa, spesa con un amore senza misura. “Un uomo è fatto di scelte e delle circostanze. Nessuno ha potere sulle circostanze, ma ognuno ne ha sulle sue scelte.” (Eric-Emmanuel Schmitt). Facciamo lo sforzo di scegliere la rotta perché, in fondo, quello che conta, è non perdere il punto d’arrivo.

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In questo numero hanno scritto:

Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Giordano Alborghetti (Bergamo): curioso del software libero, musicofilo, amante del mare
Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Laura Dolci (Torino -> Boston): un'italiana in America, Marketing Intern & Student
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro