.... l’uomo e quanto è debole il sistema: politici l’un contro l’altro armati, capi di Stato bugiardi e attenti a non perdere occasioni di affermazione, competenti e scienziati di prestigio in contraddizione tra loro. Una vergognosa ubriacatura di notizie, allarmismi, leggerezze, superficialità ha reso insopportabile la prigione dentro la quale siamo incatenati, opprimente la caverna che sembra ripararci da una verità che non vogliamo o non possiamo cogliere. Ci mancano chiavi di lettura, uomini onesti che ci diano un’opinione corretta, uno strumento adatto di interpretazione.
Ci manca una gerarchia trasparente e pulita, una scienza che contestualizzi migliaia di notizie vere, false, marce, pretestuose, che ci piovono addosso lasciandoci frastornati, senza orizzonti di significato. Non sono mancati gli sciacalli, speculatori di mascherine e disinfettanti. Qualcuno ha tirato un lungo respiro liberatorio perché la morte di tanti anziani avrebbe risolto problemi pensionistici e di assistenza. È venuta meno una serie di certezze che prospettavano un futuro sereno. Non capiamo cosa effettivamente interessi ai nostri rappresentanti in Parlamento: il voto, il superamento della crisi, i vantaggi economici che recano le disgrazie in certe occasioni? L’Europa, si è vergognosamente disgregata e ripiegata su interessi nazionalistici: alcuni Stati hanno ironizzato, altri hanno dubitato e banalizzato i fatti. Sulla dittatura delle grandi potenze ricade il dubbio di un disegno diabolico e strategico per orientare il domani sui binari corrotti di una finanza perversa.
Certo, come afferma papa Francesco, "La realtà non ha un significato univoco", non è universale, tutto dipende da come la osserviamo. Ciò che deve starci a cuore è l’uomo, il rispetto della persona e della vita. Il cinismo e la leggerezza hanno profondamente inquinato la realtà. È necessaria una cultura nuova, uno sguardo pulito e sensibile, amicizie sane, un proprio umano cammino deciso e orientato. Non c’è posto per emozioni passeggere, per folli adunate e fuochi artificiali. Siamo saturi di comunicati e bisognosi di percorsi. Nel cuore e nella mente dei saggi nascono seri interrogativi: è l’incerto futuro che ci rinnoverà o saremo noi i demiurghi del cambiamento?
Vincerà comunque la biologia con le sue leggi o siamo destinati a brutali ridimensionamenti nelle nostre capacità di previsione? Sospiriamo da sempre un cambiamento positivo che lascerà indietro per sempre malattie, povertà, violenza, ignoranza, ignavia, rapiti dal fascino delle illusioni, dalla fatua bellezza delle creature, dall’incanto dei fugaci sentimenti, dimentichi però che può esserci una logica delle cose che ci tiene in caverna, ignari della luce e della libertà, incapaci di aprire gli occhi su orizzonti insperati. Non vogliamo, però, che il morso della tecnica e le catene della scienza ci obblighino ad apprezzare cipolle egiziane o ad adorare il vitello d’oro della schiavitù perpetua per paura di deserti roventi.
La ragione della nostra corsa, la volontà di ripresa, l’esempio di coraggio e di eroico servizio dimostrato da tante persone in questo frangente di pandemia, ci fa credere e sperare che la nostra sia una storia redenta, in cui finito il tempo dell’angoscia esistenziale, sorga l’alba felice della solidarietà, del lavoro nobile, della politica seria, dell’attività pensata, per un’umanità universalmente riscattata ed emancipata.