Notizie dagli USA


La Ricostruzione 4.0

In America il termine “ricostruzione” descriverebbe la fase storica di riconciliazione dopo la guerra civile, quella che pose fine alla schiavitù. Il quattordicesimo emendamento della nostra costituzione spiega che tutte le persone...

... nate o naturalizzate negli USA sono cittadini con gli stessi privilegi ed immunità e queste non possono essere eliminate senza giusto processo.

L’uso del condizionale è d’obbligo visto che la discriminazione e segregazione, specie su base razziale, continua ancora oggi. A parità di capacità ed esperienze, un medico nero guadagna il 15% in meno di un bianco, un impiegato nero il 25% in meno di un bianco. Non a caso durante Juneteenth (19 Giugno, festa della liberazione dallo schiavismo) il paese ha dovuto riconoscere che c’era poco da festeggiare.

Ma nell’era 4.0 che viviamo ora, quella digitale, abbiamo una nuova versione dei padri fondatori. Sono i CEO con la felpa californiani, quelli che ci spiegano che il loro settore, il tech, è ormai indispensabile tanto all’economia quanto alla società tutta. Zucki è l’esempio più schietto, più diretto nel dirci che la tecnologia è essenziale e pure buona.

Come nel numero precedente, nessuno dei lettori si sogni di pensare alla parola “ipocrisia”: tabù, non si può.  Il fatto che i social media siano pieni di fake news, fake truth ed anti-vax non dovrebbe disturbarci, contenti invece della libertà d’espressione che queste piattaforme ci consentono. Siamo pure felici di essere controllati da migliaia di censori 4.0, rigorosamente contractor indipendenti dai CEO, che ci bloccano nel momento in cui mettiamo in luce qualche verità scomoda.

Grazie al Coronavirus, le FAANG (Facebook, Apple, Amazon, Netflix, Google) hanno dato il meglio per tenere sul divano studenti e lavoratori costretti dal lockdown, e pure milioni di disoccupati che non possono far altro che guardar la TV. Amazon Fresh ha portato il commercio elettronico del cibo fresco da un minimo 3% ad un sostanzioso 20% del mercato, gli altri segmenti dell’e-commerce sono a percentuali da regime sovietico.

Dove il governo s’è incasinato nella risposta alla pandemia (chiudo, apro, apro un pochetto, tutti in maschera, contrordine compagni, oddio che macello, siamo tutti sulla stessa barca), le tech corporations hanno preso il timone. Apple e Google che collaborano per tracciarci sul cellulare, Bill che da solo porta avanti lo sviluppo di sette vaccini in tutto il mondo, Jeff che si concentra sulla gestione di magazzino e passa da $9 a 11 milioni di dollari l’ora per il disturbo.

In questo 2020 apocalittico, e siamo ancora in tempo per cavallette ed asteroide, non possiamo che ringraziare il cielo per i CEO con la felpa che ci han tirato fuori dai guai. Fino a gennaio Sanders e Warren ci raccomandavano di esser scettici, attenti alle fregature ed al controllo che esercitano su tutti noi. Adesso abbiamo Biden.

Hai voglia a ricostruire.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Roberto Zangrandi (Bruxelles): lobbista