IL Digitale


Bye bye, Silicon Valley

Silicon Valley e Digitale sono parenti stretti: nel corso degli anni il numero di tecnologie, innovazione e unicorni partorito da quest’area della California ha portato un enorme flusso di investimenti ed una forte crescita del mercato immobiliare. I Signor CEO con la felpa stanno qui.

Il Coronavirus sta picchiando questa valle: le grandi aziende hanno mandato tutti a lavorare a casa, chi fino a dicembre, chi a tempo indefinito. Perché continuare a pagare affitti stratosferici se puoi vivere lontano dal virus, in una casa più grande e spendendo molto meno? Le piccole aziende soffrono dalla fuga di venture capital ed investitori istituzionali che devono ridurre il rischio dei propri investimenti in tecnologia: licenziano in massa.

La notizia importante è che il lavoro da remoto si sta dimostrando pari, per produttività e qualità, a quello in ufficio. Perché rimanere in Silicon Valley, tra affitti preziosi, personal shopper e rischio di terremoti?  I primi studi sulla riprogettazione degli uffici post COVID-19 sono preoccupanti: è difficile, e pure molto costoso, separare le postazioni di lavoro e contenere il rischio da contagio. Per chi volesse approfondire raccomando questo articolo.

L’unica cosa che manca nel passaggio al lavoro da casa è il momento della pausa caffè, quando ci ritrova tra colleghi e tra una chiacchera e l’altra nascono spesso intuizioni importanti per il lavoro, momenti di serendipità. Ma se riprogettare gli spazi ufficio in ottica virus è difficile, se possiamo lavorare da remoto a parità di produttività e spendendo molto meno rispetto alla vita nei grandi centri come la Silicon Valley, come possiamo immaginare il futuro?

Forse occorre aspettare che si riesca a capire l’impatto di un virus che sta contagiando tutto il mondo, concentrarsi con la modellazione epidemiologica e far tesoro delle strategie sulla mitigazione. In questa intervista Alex Vespignani della Northeastern University di Boston fa un bel quadro dei problemi ancora da risolvere: eccolo.

A differenza della fabbriche d’auto, o di qualsiasi altro prodotto materiale, con il digitale la fabbrica non deve neccesariamente avere un undirizzo preciso. La progettazione di soluzioni hardware e software può essere fatta da casa, ben lontani dalla Silicon Valley.  Conta la vicinanza e la capacità di comunicare bene con il cliente, assistendolo anche 24 ore al giorno, ma grazie al Coronavirus questo si può fare dalla California come da Cuneo. 

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Giordano Alborghetti (Bergamo): curioso del software libero, musicofilo, amante del mare
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Roberto Zangrandi (Bruxelles): lobbista