Tutte le campagne contro l'AIDS, sfruttando la solidarietà e la paura - "il vostro AIDS m'interessa" -, esercitano un patetico contagio tossico quanto il contagio biologico.
La viralità pubblicitaria dell'informazione è oscena e pericolosa quanto quella del virus. Se l'AIDS distrugge le immunità biologiche, la messa in scena e l'intossicazione collettiva, il ricatto nei confronti della responsabilità e della mobilitazione contribuiscono a diffondere l'epidemia dell'informazione e a rinforzare, con un effetto derivato, l'immunodeficienza del corpo sociale - processo già a buon punto. Contribuiscono a favorire quell'altro AIDS mentale che è il Sidathon, il Telethon e altri Thanatons - espiazione e patetico riscatto della cattiva coscienza collettiva, orchestrazione pornografica della sacra unione.
L'AIDS stesso finisce per apparire come un effetto derivato di questa virulenza demagogica. "Tu mi preservi attivo, io ti preservativo": questa ironia scabrosa e carica di ricatto, che è anche quella dei colori Benetton ed era un tempo quella del banchiere della BNP, nasconde in realtà una tecnica di manipolazione e di disgregazione del corpo sociale mediante la stimolazione degli affetti più vili: pietà e repulsione verso se stessi.
Politici e pubblicitari hanno compreso che la molla del governo democratico - forse addirittura l'essenza del politico? - consisteva nel considerare la stupidità generale come un fatto compiuto: "La vostra imbecillità, il vostro risentimento ci interessano!". Dietro ciò si profila un discorso ancora più subdolo: "I vostri diritti, la vostra miseria, la vostra libertà ci interessano!".
Si sono addestrati gli animi democratici a ingoiare tutti i rospi, gli scandali, il bluff, l'intossicazione, la miseria, e a riciclarli. Dietro l'interesse arrogante si profila sempre il volto vorace del vampiro.
Un caro saluto e buon proseguimento,
Jean Baudrillard