Linux Pub


Un software libero che è come una pastiera

L’introduzione sarà un po’ lunga ma non vi annoierò. Spero piuttosto di farvi avvicinare, con curiosità, al mondo del software libero.

Prima scena: siete a casa di un vostro amico, vi prepara una carbonara talmente buona che gli chiedete la ricetta. La risposta? "Mi spiace la ricetta è segreta di devi fidare di me". Seconda scena: guardate le due foto qui in basso e ditemi se trovate differenza.


Non vi faccio perdere tempo: a sinistra è cibo confezionato, non conoscete gli ingredienti, vi dovete fidare dell’etichetta del produttore, a destra c'è una pastiera napoletana (il mio dolce preferito), ma la ricetta la potete trovare in autonomia, chiedendo ad amici o girando per il web. Quindi non solo la potete mangiare, ma la potete anche rifare, e persino migliorare, condividendo le vostre modifiche con altre persone.

Ora provate a traslare tutto questo nel mondo digitale – il digitale è immateriale, ma reale - e troverete due grosse famiglie di software: da una parte quelli che tengono la  ricetta segreta ("software proprietario"), dall’altra il software libero, open source, cioè nella gran parte dei casi Linux.  Ogni programma di quest'ultimo, con un po' di applicazione, tu lo puoi eseguire, modificare, redistribuire, migliorare, proprio come la ricetta della pastiera. Per cui di fatto è trasparente e tutti possono vedere com’è fatto.

"Ma Linux è difficile da usare, ed è solo per chi è già capace!" è la critica che sento più spesso. Anche questo non è vero. Questa qua sotto è la foto del mio desktop:

È solo un piccolo esempio per riuscire a farmi capire. Con pochi e semplici passaggi, una volta installato Linux, si può tranquillamente essere operativi con la posta elettronica (programma Thunderbird), un browser (Firefox), un programma per scrivere (LibreOffice) e tante altre applicazioni.

Per chi ha una piccola o media impresa Linux si può usare al posto di Windows, così come a casa. E se ho bisogno di assistenza? Di sicuro nella vostra zona ci sono informatici che si occupano di software libero che vi possono aiutare. Questo è un altro lato molto positivo di Linux e avrà un suo ruolo (persino politico) in questi anni post COVID-19: io azienda investo i miei soldi sul territorio e questi rimangono sul territorio. Con l’open source si può fare business con quell'attenzione verso la comunità che molti economisti reclamano. Nelle prossime puntate proverò ad entrare più nel dettaglio.

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Giordano Alborghetti (Bergamo): curioso del software libero, musicofilo, amante del mare
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Roberto Zangrandi (Bruxelles): lobbista