Musica in parole


Carosello, sigla!

La Tv italiana festeggia settant’anni e la Rai ricorda le sue trasmissioni di successo a cominciare dal mitico Carosello, per molti anni l’unico spazio riservato in televisione alla pubblicità.

Il breve programma era strutturato in episodi, aperto e chiuso da un ritornello musicale che piacque subito. Meno noto è che la musica impiegata per la sigla riprendesse un brano ottocentesco del repertorio napoletano dal titolo “Pagliaccio”, di autore anonimo e presente in più versioni (qui quella di Roberto Murolo).

A ridosso della messa in onda del primo Carosello il regista Luciano Emmer scoprì che mancava una sigla e per la parte musicale recuperò di fretta dagli archivi INCOM (Industrie Cortometraggi) la versione di quel brano napoletano realizzata nei primi anni Cinquanta da Raffaele Gervasio (compositore, violinista, direttore del Conservatorio di Matera e accademico di Santa Cecilia).

Fu così che il 3 febbraio 1957, dopo il telegiornale serale e sull’allora unico canale televisivo italiano, andò in onda il primo Carosello, aperto da quell’antica tarantella che decisamente si fece notare; introduceva le scenette per le pubblicità e il tutto portava una ventata di leggerezza intelligente che piaceva ad adulti e bambini.

Alla prima versione musicale della sigla, nel 1962 ne seguì un’altra (arrangiata dallo stesso Gervasio) meno chiassosa ma ugualmente gioiosa e che sarà la più famosa. Sullo schermo scorrevano disegni a tempera (Manfredo Manfredi) raffiguranti quattro celebri luoghi d’Italia; in ogni disegno era presente una figura di musico col suo strumento e la melodia si sentiva in sincrono, in modo che alla visione del flauto corrispondesse la parte musicale scritta per il flauto e così via con chitarra, tromba e mandolino (da risentire qui).

Dopo un nuovo arrangiamento della musica nel 1974, l’avventura di Carosello terminò nel 1977.

Quell’appuntamento fisso con storielle tanto amate - e che solo a fine sketch introducevano la parte pubblicitaria - appartenevano ormai a un periodo passato. La fine del monopolio Rai, l’avvento del colore e delle tv commerciali contribuirono molto alla trasformazione dei programmi e della pubblicità in televisione.

Ciò non toglie che di Carosello siano restati nella memoria collettiva alcuni personaggi e la musica della sigla.

Nota finale: nel 2013 la Rai tentò un esperimento, riprese il format e mandò in onda “Carosello Reloaded”. Il nuovo programma non funzionò e si spense l’anno successivo. A rimanere riconoscibile e legata al Carosello storico c’era solo la sigla: la tarantella (versione Gervasio) questa volta rivisitata dal musicista Fabio Gurian ed eseguita dall’orchestra Rai diretta da Alessandro Milani (qui il video dall’Auditorium Rai di Torino, con codina finale alle percussioni).


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