Musica in parole


Musica in cornice: il pittore della musica

Un auditorium in un museo è una bella idea. L’ha avuta Marc Chagall che aveva insistito affinché una sala concerti fosse parte del museo realizzato per le sue opere a Nizza nel 1973.

Il luogo testimonia il profondo legame dell’artista con la musica; la luce filtra dalle grandi vetrate policrome blu disegnate dal Maestro e sul palco c’è una sua opera da ammirare in cui è ritratta una coppia (Isacco e Rebecca) che spicca sui colori chiari dello sfondo: non si tratta però di un quadro ma del coperchio del clavicembalo che porta la sua firma, dipinto nel 1980 a novantatré anni.

Svela molto dell’artista quel cembalo, strumento che porta in sé la raffigurazione di altri strumenti, cari al Maestro: la lira di Re David, lo shofar (corno delle funzioni religiose ebraiche) e il violino di tanti suoi famosi quadri, compresi quelli del ciclo del Messaggio Biblico, fulcro del museo di Nizza.

Chagall intendeva l’arte come pensiero globale, senza confini tra pittura e musica ed è questo che si respira nelle sale espositive e nell’auditorium - dove tuttora si tengono concerti - che fu inaugurato da Rostropovich, amico di Chagall come altri famosi musicisti.

Proprio dedicate a musica e musicisti sono due opere monumentali del pittore, la decorazione della cupola dell'Opéra di Parigi e i due grandi pannelli per il Metropolitan di New York. Per capire il dialogo perenne del pittore con la musica, compagna di vita prima che fonte ispiratrice della sua arte, bisogna guardare alla sua giovinezza, alle radici a Vitebsk in Russia, quando era incantato da ritmi e suoni klezmer.

Aiuta a ripercorrere questi aspetti la mostra in corso al Mudec di Milano che, come annuncia la presentazione racconta il background culturale di Chagall.

Il Maestro lavorava ascoltando i brani preferiti - spesso Mozart, ricorda la nipote - e nelle poesie che scriveva rendeva anche omaggio alla musica, come nei versi: “..de Bach et de Mozart/ j’entends leur souffle qui sonne/ moi-même je deviens un son”. Un intimo rapporto tra suoni e colori, come si avverte al Musée de Nice.

Chagall aveva ragione: una sala musica in un museo è una bella idea.


© Riproduzione riservata.
Zafferano

Zafferano è un settimanale on line.

Se ti abboni ogni sabato riceverai Zafferano via mail.
L'abbonamento è gratuito (e lo sarà sempre).

In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro