Notizie dagli USA


Il Pirata dei Caraibi e la stampa politically correct

Nelle scorse settimane gli americani hanno seguito con tifo da stadio la causa tra il Pirata dei Caraibi Johnny Depp, e la sua ex-moglie Amber Heard. All’origine del tutto un articolo scritto dall’attrice nel 2018 per denunciare il problema delle violenze domestiche, dove lasciava intendere parlasse del Pirata pur senza nominarlo esplicitamente. 

Depp denuncia l’ex per $50 milioni di danni derivanti dalla perdita dei contratti cinematografici, lei ribatte chiedendo $100 milioni per riparare all’offesa dell’avvocato di Depp che l’ha chiamata bugiarda.

Dopo settimane di udienze in TV e sui social media, dove entrambe danno l’impressione di recitare un copione, e la Heard sbugiardata spesso, la giuria unanime da’ ragione al Pirata dei Caraibi ed ordina all’attrice di pagare una dozzina di milioni per i danni inflitti. La cronaca della causa è semplice: lei ha mentito, le tocca pagare, una cosa semplice. Ed invece si scatena il putiferio: secondo i benpensanti la giuria è fatta di imbecilli, che si fanno fregare dalle prove e dal singolo caso, invece di perseguire il maschio bianco, colpevole per definizione.

I giornalisti migliori, in articoli incredibili come questo (https://www.msnbc.com/opinion/msnbc-opinion/johnny-depp-amber-heard-trial-verdict-we-ve-all-lost-n1295801 ) arrivano a dirci che è colpa di internet se la Heard ha perso, perché la giuria s’è fatta sicuramente influenzare da TikTok e dagli hashtag. Non interessa tanto che l’attrice abbia mentito, ma il fatto stesso che la gente sia interessata a alle sue bugie. E da qui la logica conseguenza: non è tanto importante che la giuria abbia penalizzato chi dei due ha mentito, ma il fatto che così facendo si danneggiano tutte le donne che subiscono, e dicono di subire, violenza domestica. Invece di prendersela con la bugiarda, prendiamocela con la giuria che non capisce il danno che fa.

Anche provare a scherzarci sopra costa carissimo: Drew Barrymore, per aver criticato la scelta di mettere i loro affari in giudizio e logicamente esposti al pubblico ludibrio, ora deve professare pentimenti infiniti e da giorni si flagella pubblicamente promettendo di non offendere più nessuno al mondo. In pratica è vietato scherzare sul fatto che i due attori si siano fatti causa a vicenda, rendendo noti particolari della loro vita privata, che sarebbe stato meglio tener per sé.

Il caso del Pirata dei Caraibi mette in evidenza il problema della stampa politically correct: pur dovendo riconoscere che la Heard ha mentito e diffamato l’ex marito, ovvero ammettendo che la giuria ha fatto il proprio mestiere, si ribalta la frittata appellandosi ad un principio più alto, per cui bisogna bastonare il maschio sicuramente colpevole di violenza domestica. Lo stesso concetto già espresso in occasione dello schiaffo da Oscar di Will Smith: poco importava che avesse reagito malamente alla battuta di un comico maschio, il suo comportamento era sicuramente sintomo di violenza domestica al danno di moglie e forse figli.

Il caso di questi due attori è interessante perché consente, seppur timidamente, di mettere in evidenza l’ipocrisia di alcuni messaggi woke. Attendiamo fiduciosi che si possa fare lo stesso con quelli relativi ad economia e geopolitica, che in questo istante danno la colpa di qualsiasi crisi a Putin.


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