Linux Pub


Anche Hemingway avrebbe amato "Writer" e forse tutta la suite di LibreOffice

Siamo giunti alla parte delle nostra serie "Linux Pub" dedicata all’ufficio, una delle sezioni più importanti per chi usa il computer per lavorare o per divertimento; a tutti infatti sarà capitato di dover scrivere un testo, costruire un foglio di calcolo per la propria collezione di dischi oppure per fare una presentazione.

Oggi, dunque, inizieremo a parlare di LibreOffice, una suite dedicata sia alla produttività propria di un ufficio sia ad altri scopi, quindi utile per tutti. Il progetto nasce nel 2010 partendo da OpenOffice: fu allora che venne creato un fork (in pratica se ho disponibile il codice sorgente – la ricetta – posso creare un altro programma) che prese il nome di LibreOffice e fu sempre allora che venne creata una fondazione che si chiama The Document Foundation.

Da quella prima versione (la 3.3), siamo giunti pochi mesi fa alla versione 7 di LibreOffice. Nel corso del tempo il codice è stato completamente riscritto. Questa è la storia della suite per sommi capi.

Addentriamoci ora nei singoli programmi che la compongono. Il primo si chiama “Writer” ed è il programma per chi si occupa di scrivere testi, come gli articoli che ho scritto.


Come potete vedere è molto simile ad un altro programma molto più blasonato ma volendo l’interfaccia si può modificare dandogli un’apparenza diversa.

Writer è in grado di leggere tutti i formati attualmente usati. Nativamente salva nel suo formato .odt, ovvero open document test. Questo perché il formato standard ufficiale a livello mondiale è ODF, Open Document Format.

Con questo programma sarete in grado di fare tutto in maniera semplice e spesso intuitiva, si tratta solo, all’inizio, come per tutte le cose, di prenderci “la mano”, perché ci possono essere delle funzioni e delle caratteristiche che sono collocate in modo differente rispetto ad altri programmi. Vi assicuro, però, che se amate scrivere lo troverete perfetto, meno ridondante di altri word processor: sono sicuro che Ernest Hemingway lo avrebbe apprezzato. Era un tipo cui piaceva l'indipendenza e la libertà, ovvero due marchi di fabbrica di Linux e della suite LibreOffice.

Fra le varie caratteristiche mi soffermo sulla possibilità di salvare il vostro documento anche in formati diversi, come .doc, oppure .docx, e di esportarlo direttamente in .pdf. È quell’icona che vedete accanto alla stampante in alto a sinistra. Nella barra sopra trovate le icone che rappresentano le varie funzioni e più in alto le varie sezioni che compongono questo bellissimo programma. Ricordo che è multipiattaforma, quindi installabile su tutti i sistemi operativi. In Linux lo troverete già installato in tutte le distribuzioni.

Nella barra sotto, partendo da sinistra, trovate il numero di pagine, le parole e i caratteri, lo stile della pagina, la lingua attualmente in uso, lo zoom. Quella che vedete a fianco è la barra adattiva, ovvero, in altre parole, le funzioni che maggiormente usiamo in Writer le trovate subito pronte all’uso. Se aprissimo un foglio di calcolo sarebbe diverso. Lo vedremo nella prossima puntata.

© Riproduzione riservata.
Zafferano

Zafferano è un settimanale on line.

Se ti abboni ogni sabato riceverai Zafferano via mail.
L'abbonamento è gratuito (e lo sarà sempre).

In questo numero hanno scritto:

Giordano Alborghetti (Bergamo): curioso del software libero, musicofilo, amante del mare
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Laura Dolci (Torino -> Boston): un'italiana in America, Marketing Intern & Student
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Tommaso Papini (Firenze): traduttore inquieto, occidentale esausto, cavaliere di bronzo
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro