Questa foto fu scattata il 15 Giugno del 2018 all’esibizione "Wanderlust" ai Musei statali di Berlino. Questa mostra avrà sempre un posto speciale nel mio cuore, perché mi aiutò ad esprimere alcuni dei miei sentimenti che non riuscivo a capire né a comunicare. Riuscì a spiegare e a riempire un vuoto che sentivo da anni, un vuoto che ancora sento – ma ora solo occasionalmente.
Una cosa con cui ho avuto difficoltà negli ultimi dieci anni da emigrata è stata capire dov’ero piazzata in questo mondo, dove appartenevo. Dall’età di undici anni vivo in America e nel corso del tempo ho notato che vengo riconosciuta come una “persona diversa” tanto in Italia quando in USA. In America sono l’amica Italiana, mentre in Italia (pian, piano) sono diventata l’amica Americana. Questo fenomeno mi ha fatta sentire come se qualcuno mi avesse strappato l’identità, facendomi sentire confusa su dove appartengo, su quale sia il mio Paese.
So bene che questa sensazione può sembrare insignificante e che (ovviamente) ci sono problemi molto più grandi in questo mondo, però questa percezione di vuoto ti fa sentire molto sola/o – e so che miei amici in situazioni simili provano gli stessi sentimenti. Immagino che altri ragazzi immigrati in Italia da altri Paesi mi capiscano.
Come avrete già letto sul mio blog, nell’estate del 2018 ho visitato cinque Paesi europei e uno di questi era la Germania, che ho girato insieme alla mia carissima zia. Una delle nostre prime giornate a Berlino, io e Gisella visitammo questa mostra "Wanderlust", la migliore esibizione artistica che abbia mai visto insieme a quella di Gothenburg “We Have a Dream”. Mi sono sentita molto connessa con le parole e l’arte "del viaggiatore" e gliene sono completamente grata perché, insieme ai miei viaggi, mi ha aiutata nel perdere quei sentimenti di solitudine e confusione – e mi ha anche aiutata a capire meglio chi sono, e come mi identifico.
La canzone che vedete sotto, Wanderlust, viene da un video musicale proiettato nel museo: un testo che riesce a spiegare tutto quello che sentivo allora ma che ancora non riuscivo a spiegare a parole. Le frasi del testo che ho sottolineato in neretto sono quelle cui mi relaziono di più. Sono passati ormai due anni, ma quella visita ha ancora un posto speciale nel mio cuore perché mi aiutò davvero a sentirmi più confidente, più sicura circa quello che scelgo di chiamare “casa”. Durante e dopo questo piccolo tour europeo, i miei amici riconoscevano di non avermi mai vista così felice.
Personalmente voglio evitare di dare preoccupazioni ai miei cari e sono sempre stata una persona molto sorridente, ma quelle due settimane mi portarono un nuovo tipo di felicità che non penso di aver mai provato.
Ho scelto di condividere la citazione di Walt Whitman all'inizio di questo articolo perché trovo che assieme alla canzone di Björk riesca a spiegare concetti simili – cioè come, in qualsiasi modo, io divento parte delle terre a cui mi sento più vicina, senza nessun posto specifico a cui appartengo.
Ora voglio sentire qualche riflessione da voi che mi leggete...
Wanderlust by Björk (Music Video Art) Cliccate il link per vedere il video musicale.
Landscape with Pilgrim di Karl Friedrich Schinkel.
In the countryside di Richard Riemerschmid.
Dove sei nato? Dove ti trovi ora? Hai mai provato dei sentimenti simili - e se la risposta è si, cosa ti ha aiutato nel sentirti meno solo, o a sentire un senso di appartenenza più forte?
Scrivete nei commenti su www.lauratravels3.com, mi farebbe piacere vedere come le nostre storie sono simili e diverse contemporaneamente.
Se poi volete vedere più foto, il mio Instagram è Laura_Travels3.