IL Digitale


996 Coniglietti

Ben rientrati dalle vacanze, pronti a ripartire con il digitale?

Nel titolo due novita' connesse tra loro: da un lato la Silicon Valley, che sta tornando ad essere il centro degli investimenti in intelligenza artificiale grazie all'adozione del modello cinese 996, ossia lavorare dalle nove del mattino alle nove di sera, per sei giorni la settimana. Dall'altro i video generati dal ranocchio elettronico, che raffigurano coniglietti che saltano sui trampolini, divertendosi.

Una persona di buonsenso penserebbe che spendere dodici ore al giorno su un computer, per poi divertirsi a guardare coniglietti virtuali che rimbalzano, per quanto realistici e divertenti, non rappresenti un'evoluzione spettacolare della specie umana. Immagino la buonanima di Darwin, che guardando questo scempio vorrebbe scrivere un capitolo nuovo dell'Evoluzione della Specie, dedicato alla stupidita' bipede.

Dopo il primo sorriso di fronte a questa notizia, occorre entrare in un paio di aspetti meno divertenti. La bolla dell'intelligenza artificiale, con valori di borsa di Nvidia, Microsoft e compari che hanno superato ogni logica aspettativa, continua a spingere queste aziende a licenziare lavoratori e delocalizzare, per giustificare investimenti sempre più incredibili. Se quattro aziende spendono $100 miliardi in tre mesi per nuovi data center, quando il ritorno di queste scommesse non si vede neanche all'orizzonte, capite che sono alla disperata ricerca di efficienza per non far scoppiare la bolla. In Silicon Valley start-up e multinazionali stanno spingendo dipendenti e soci a lavorare in modo sempre più frenetico, copiando appunto lo standard cinese che in quel paese ha portato ad una crisi di rifiuto da parte dei giovani. Chi non si adegua viene licenziato in tronco.

Fu Henry Ford nel 1926 a ridurre l'orario lavorativo, dal precedente sfruttamento schiavistico alle otto ore al giorno, quaranta la settimana. Un secolo dopo e' chiaro a tutti che affaticare oltre misura il complesso osteo-muscolare del corpo umano e' controproducente e rovina produttivita' e capacita' del lavoratore. Tuttavia, nel digitale troppi Competenti credono che il cervello umano non abbia limiti alla capacità di ricevere e processare stimoli. In Cina prima, ed in Silicon Valley adesso, i capi pensano che 72 ore al computer non siano un problema.

Come se gia' l'orario lavorativo eccessivo non bastasse, sempre piu' spesso vedo ragazzi che tornano a casa per giocare sul computer, ora si divertono a guardare coniglietti virtuali, mentre io vado a pagaiare sul fiume tra papere e pantegane bostoniane in piume ed ossa. Personalmente non posso neanche immaginare di passare da una giornata lavorativa a computer, a guardare animaletti digitali per rilassarmi. Il problema di fare una cosa del genere è duplice: da un lato la sedentarieta' sviluppa una serie di patologie gravi, anche nei giovani, e molto piu' rapidamente di quanto molti pensino. Dall'altro, se nella mia zucca comincio a confondere il coniglietto digitale con quello vero, sono ad un passo dall'isolarmi dal resto del mondo, che per la salute mentale e' l'esatto equivalente della sedentarieta': un grosso guaio.

Chi lavora oggi riceve venti volte il numero di stimoli che raggiungevano i lavoratori dei primi anni 90, ante-internet. In quegli anni beati ti arrivavano telefonate, fax, colleghi che venivano a trovarti, ma la sera staccavi ed il giorno dopo eri pronto: per la maggior parte di noi quel carico cognitivo oggi equivale ad un giorno passato sulla sdraio in spiaggia, scrollando lo smartphone. Ma nella nostra giornata lavorativa adesso arrivano facilmente 150 mail, messaggi di ogni genere, webconference continue, ed in piu' ora guardiamo pure i coniglietti che rimbalzano sul trampolino? Ma ci faccia il piacere.


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In questo numero hanno scritto:

Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
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Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.