IL Digitale


La gara degli LLM

Ogni settimana 200 milioni di persone usano ChatGPT di OpenAI, 185 milioni invece vanno con Llama di Meta AI: giornalmente questi numeri si assottigliano a circa 35-40 milioni di utenti al giorno per entrambe. ChatGPT è un sistema chiuso, e dopo opportune vagonate di PowerPoint OpenAI ha il permesso di usarlo anche in Europa, mentre Zucki ha preferito star fuori fino a quando i censori di Bruxelles promettono solo vincoli e multe salate. 

Vediamo come i due strumenti siano usati in modo complementare, non sono concorrenti l’uno dell’altro, e sarebbe curioso sapere quante persone usano entrambe gli LLM.

ChatGPT è usato principalmente al computer, per scrivere codice, testi e sviluppare micro-applicazioni per aiutarci nel proprio lavoro. Al contrario Meta AI è usato sullo smartphone, specialmente attraverso WhatsApp e Facebook, e molto anche sugli occhiali che Meta ha lanciato insieme a Ray-Ban. A breve gli occhiali saranno in grado di usare Llama3 per riconoscere le immagini, ed il fatto che questo LLM sia aperto ci fa ben sperare che da queste funzionalità poi ne possano discendere altre a cascata.

Mentre è quasi impossibile usare il cellulare per camminare in una città nuova e riconoscere i posti interessanti, avere degli occhiali che automaticamente riconoscano ogni cosa di fronte a noi ed interagiscano verbalmente può essere molto utile. Anni fa giocavo con personale medico ed i Google Glass, per vedere se e come questi aiutassero nel riconoscere un determinato medicinale, o addirittura i passi corretti durante un’operazione chirurgica. Quell’applicazione si fermò a copiare i dati dei terminali della sala operatoria sui Google Glass dell’anestesista, in modo che non dovesse girare la testa e rendere più comoda la lettura dei parametri del paziente. Il mio paio lo vendetti perché continuavo a dar testate contro le porte cercando di camminare e leggere allo stesso tempo.

Oggi possiamo fare molto di più con l’aggiunta di riconoscimento di linguaggio ed immagini: possiamo chiedere alla macchina cosa fare. Come abbiamo visto nel numero scorso su O1, stanno arrivando sul mercato sistemi di intelligenza artificiale in grado di spiegare il loro treno dei pensieri, e non essere quindi più una scatola nera spara sentenze. Quando un ragionamento ci viene spiegato per filo e per segno possiamo non concordare con le opinioni espresse, ma vediamo se è logico o meno: questo ‘ particolarmente utile per cominciare a fidarci di cosa ci dice il ranocchio elettronico.

Il problema di OpenAI e di Meta, come dei loro prodotti, è l’immenso consumo energetico e di capitali che stanno richiedendo. OpenAI si avvicina ad una valutazione di $150 miliardi, e necessita di finanziamenti impossibili anche per i venture capital: tutto sta finendo nelle mani di pochissimi. Guardate questo grafico che raffigura il costo di hardware ed energia per allenare questi ranocchi: con O1 siamo sui $100 milioni e molti intravedono il traguardo del miliardo, chi può permetterselo?

Sia Amazon sia Microsoft si buttano sul nucleare, con la seconda che fa’ ripartire una centrale ferma quasi da cinquant’anni mentre parallelamente chiedono sempre più megawatt di solare ed eolico. Progettano datacenter da un Gigawatt a salire, la potenza che ti può dare in modo affidabile e continuo solo una centrale nucleare. Cosa potrà mai andar storto?

Ricordiamoci che ancora oggi, anche con i progressi più recenti, non esiste paragone tra intelligenza artificiale ed umana, e che spesso le bolle si sgonfiano lasciando nel panico investitori e lavoratori, raramente i ricconi.


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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Emanuel Gazzoni (Roma): preparatore di risotti, amico di Socrate e Dostoevskij, affascinato dalle storie di sport
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.