Cronache dal lockdown


La droga si adegua velocemente come un virus

Non parlo di droga grattandomi la testa ed il mento, posso invece raccontare le mie esperienze di periferia fragile, umana e tossica. 

Posso raccontare della madre che, al funerale del figlio ucciso di botte per debiti di spaccio, disse : "Almeno adesso so dove trovarlo".

Dell'amico che dopo anni di comunità mi disse: "Diego, non so se ce la faccio". Lo vidi giorni dopo, pesto e sanguinante. Fece la stessa fine. Non so la madre...

... che disse al funerale.

Qualcuno sopravvive alla merda, un amico vivo dopo otto anni di " villeggiatura" oggi riga dritto. A volte qualcuno si salva da solo, a volte. Lo ascoltai mentre faceva una riparazione nella mia officina, ché ogni tanto mi chiede il favore: "Oh! Nella mia vita ho pippato talmente tanto che adesso mi basta aspirare profondamente e mi drogo!". E poi lo ascoltai che ha mandato affanculo qualcuno che gli chiedeva un favore. Che poi un giudice lo ha convocato per vedere chi fosse quello che aveva mandato affanculo, un tale dal nome pesante, decine di chili. Al mese. Tutti dentro il mese dopo, non il mio amico che riga dritto. Riga dritto, ma tace.

Il mese dopo, ancora tutto come prima: decine di chili su per i nasi, dentro le vene, giù nei polmoni. Perché business il business, il mercato pretende roba e non teme la crisi, anzi. Non c'è solo lo sfatto, il drogato da parchetto, quello che passa la giornata fuori dal bar. C'è il drogato coi soldi. Finché durano è simpatico, il re della festa, grandioso.

Anche di quelli ne ho conosciuti, si sono fottuti le aziende di famiglia, la vita, la famiglia. E condannati alla tristezza: la cocaina è la peggiore, brucia i centri del piacere, subito, velocemente come velocemente e subdolamente ti avvelena e ti condanna ad amarla per sempre, solo lei, senza più madre, padre, famiglia, amici. E la ricerca del paradiso perduto che solo un'altra sniffata ti farà avere.

Non so per quale motivo vanno a danza insieme droga, gioco e scopate. Forse la vita tossica cerca il piacere, l'emozione, adrenalina ed endorfina, ma si finisce col pisciare sulla tomba di quello che erano i legami, le soddisfazioni, l'appagamento sincero.

E la paranoia, nemmeno questo so spiegare. Ma quando vedo questi comportamenti penso a cosa scorra al posto del sangue di chi li persegue. Solo piastrine e globuli rossi o le larve che divorano il cervello, la vita, la società?

In questo anno dominato dalle incertezze nessun farmacista ci rifiuterà un ansiolitico, diventa necessità ed è cronaca che il consumo sia aumentato. Nella società inquinata la consolazione tossica diventa la prima necessità: prima del pane, prima di tutto.

Non mi sono stupito nel sentirmi raccontare che anche durante il blocco più severo chi cercava trovava, senza problemi.

Mi ha stupito di più che non ne sia aumentato il prezzo.

Il mercato pretende e la distribuzione si adegua, tanti si perdonano adducendo le difficoltà economiche ed entrano nel giro. Non drogati, sarebbe come affidare un pezzo di controfiletto ad un cane affamato. Gente normale che normale non lo sarà più, nelle vie secondarie, in un bar pulito, con la bicicletta e lo zaino delle consegne, col sacchetto della spesa.

La droga si adegua, velocemente, come un virus.

E' la protagonista, tutti gli altri comparse. 

"E che fa la gente a casa, che non può nemmeno spendere? Si droga!" dice il mio amico ridendo. Io non rido, poi andiamo a prenderci il caffè, solo caffè io e lui.

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