Politica industriale al cambio di testimone

Ricorderete che all’elezione di Biden sottolineai le poche differenze e tante similitudini tra lui ed il predecessore Trump, ed ora che questo torna alla Casa Bianca, sarà interessante vedere cosa succede alla politica industriale. Fu il Donald a spingere con forza il “prodotto in America”, solo aggiustato in “comprato in America” dal successore. Come per la risposta al Covid, che portò entrambe a stampare ed elargire duemila milioni di dollari per sostenere l’economia in quegli anni deprimenti, anche sulla spinta a costruire fabbriche, investire nelle nuove tecnologie e portare investitori esteri in America, non si vedono differenze tra i due Presidenti.

Zucki a Canossa

Nel rigido inverno del 1077 l’imperatore Enrico IV attese tre notti al freddo, alle porte del castello di Canossa, prima di essere ricevuto e perdonato dal Papa Gregorio VII. 948 anni dopo l’imperatore dei social media, che controlla miliardi di persone tra Facebook, Instagram, Whatsapp, Messenger ed Oculus, si umilia di fronte al mondo allo stesso modo: anche Zucki va a Canossa.

Un 2025 di forte concorrenza

Buon 2025! Al CES di Las Vegas 4.300 aziende mettono in mostra le loro soluzioni digitali, alcune molto innovative, ed il mercato si attende faville dall’anno che inizia. Utilizzando questo grafico di The Information, vediamo cosa fanno le grandi.

Dopo un anno bisesto e funesto…

La fine dell’anno è sempre il momento per staccare la spina, fare un passo indietro e riflettere sull’anno che è passato. Ci lascia un 2024 bisesto e funesto, speriamo che il 2025 sia un anno di rinascita e ripartenza, serve ottimismo in quantità.

Un primo pensiero va alle grandi sofferenze internazionali, dai 101 ostaggi israeliani ancora imprigionati nelle gallerie di Gaza, ai 12.000 civili ucraini uccisi, ai 45.000 civili palestinesi e libanesi bombardati, al milione di soldati ucraini e russi sprecati, alle decine di milioni impattati da questi ed altri conflitti attorno al mondo. 

Prepararsi al futuro digitale

All’inizio di questo millennio, in piena spinta della globalizzazione, molti ragazzi avevano paura di studiare informatica perché si rendevano conto che coetanei altrettanto bravi e ben equipaggiati in India e Cina potevano fare lo stesso lavoro ad una frazione del loro stipendio. Vent’anni dopo, siamo punto e a capo: studenti che evitano ingegneria, matematica, fisica perché presto questo o quel mestiere sarà svolto da un ranocchio artificialmente intelligente con un costo irrisorio rispetto alla loro paga.

Il CEO cattivo

Mediamente i CEO non godono di ottima reputazione tra la plebe: pochi sono illuminati e portano l’azienda a crescere, molti solo attenti a tagliare i costi fino ad asfissiare la propria e licenziare i lavoratori, tanti sono pieni di sé e trattano male i dipendenti. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, le loro aziende esistono per il bene della società, arricchendola di prodotti e servizi; quindi, seppur il CEO ricordi il Massimo Direttore Imperiale di Fantozzi, si tollera. Nel caso di Brian Thompson invece, abbiamo a che fare con un CEO cattivo, perché con la sua azienda fa il male della società.

Dall’Australia con furore

Nei giorni scorsi l’Australia ha passato una legge draconiana: divieto di usare social media ai minori di 16 anni. Con 27 milioni di abitanti, questa normativa non rappresenta ancora un grosso problema per le multinazionali del digitale, ma la decisione ha preso tutti di sorpresa, ed è probabile che altri la imitino. Come interpretare quest’iniziativa a favore dei nostri ragazzi?

Occhio agli ostaggi – un anno dopo

Mentre recupero dall’eccesso calorico del nostro Thanksgiving e Black Friday, rileggo l’articolo di un anno fa. Allora le notizie in America si concentravano sullo scambio di ostaggi israeliani e prigionieri palestinesi. Biden diceva l’impossibile per arrivare ad una pausa nei combattimenti, mandare aiuti umanitari, e specialmente liberare gli ostaggi del 7 ottobre. Sotto sotto cercava di allungare la tregua il più possibile, cronicizzare il conflitto, al contrario di Netanyahu che voleva vincere il prima possibile.

Fare impresa in America vs Italia

La scorsa settimana il Consolato di Boston ha organizzato una serie di eventi per promuovere la creatività italiana, mettendo in mostra letteratura, arte, scienza e tecnologie: ciliegina sulla torta la Scuola di Alta Cucina di Parma che ha trattato al meglio gli ospiti tra Parmigiano, prosciutto e coppa. A me il compito di parlare della differenza nel fare impresa qui o in Italia, per capire dove e come sia meglio investire.

Gli agenti Ai che rivoluzionano le agende

ChatGPT e compagni LLM hanno bastonato alcuni settori industriali in modo importante: dai servizi di formazione on-line a quelli di traduzione, si vedono crolli in borsa e licenziamenti di migliaia di persone. Nonostante le allucinazioni e relativi errori, gli LLM sono così economici che vale la pena affrontare il rischio. Peraltro, dare una risposta sbagliata ad uno studente, tradurre malamente una frase o introdurre un baco in un programma software sono peccati veniali e facilmente riparabili. Giusto quindi che molti capi e lavoratori si chiedano: toccherà anche a me?