Due torti non fanno una ragione
Two wrongs don’t make a right, ossia “due errori non fanno una ragione”, si sente spesso in America, ed in queste ore si ripete spesso parlando delle vicende giudiziarie del nostro Presidente.
Two wrongs don’t make a right, ossia “due errori non fanno una ragione”, si sente spesso in America, ed in queste ore si ripete spesso parlando delle vicende giudiziarie del nostro Presidente.
La dottoressa Elisabeth Potter sta ricostruendo una mammella devastata dal cancro, quando la United Healthcare chiama urgentemente per contestare la necessità dell’operazione. Lei non si capacita: ha la paziente intubata sotto i ferri, non possono aspettare? No. Le sanguisughe assicurative minacciano di non pagare il rimborso se lei non li convince della necessità di quella procedura.
In un periodo in cui i grandi capitani d’industria, della finanza e della politica ci intortano su quanto sia buona e bella l’intelligenza artificiale, serve un passo indietro e pensiero critico su almeno due bolle di questa nuova tecnologia; giusto per non farsi fregare in modo eccessivo.
L’architettura, la disciplina che ci porta ad immaginare e creare come dovrebbe funzionare un qualcosa, sia essa la casa, il palazzo, o altri prodotti complessi, si applica anche al digitale. Pensiamo a tutte le funzionalità che questo o quel prodotto devono assolvere, e troviamo il modo migliore per orchestrare tutti gli ingredienti. In ambito digitale, il mestiere dell’Enteprise Architect, il professionista che capisce come tutte le parti del sistema devono funzionare per fare girare un’applicazione o un robot, è quello che richiede massima esperienza e consente la migliore creativitaà.
I recenti tagli ai finanziamenti pubblici per la ricerca hanno impattato migliaia di ricercatori residenti in America, e parecchi di quelli stanno valutando di trasferirsi in università europee o orientali per proseguire gli studi. Allo stesso tempo, è forte l’influsso di cervelli in fuga da altri paesi, per cercare opportunità migliori. In questo numero riprendo le istruzioni per l’uso, mirate a quei giovani neo-diplomati e laureati che dall’Italia guardano a questa parte dell’oceano per un futuro migliore.
Con l’intelligenza artificiale oggi possiamo inventare delle proteine nuove, mai esistite prima in natura. Il vantaggio è banale: costruire strumenti biologici in grado di fare un mestiere particolarmente bene, che quelle naturali non fanno. David Baker, Nobel per la chimica, sta finalmente portando a compimento un progetto che per anni è rimasto valido sulla carta, ma senza risultati concreti.
Il 4 luglio, festa della nostra indipendenza dai tiranni britannici, Trump ha firmato l’entrata in vigore del Big Beautiful Budget (BBB), ossia una raccolta di mille pagine di norme che vanno a modificare tassazioni, incentivi e in generale plasmano la nostra politica economica. Nelle votazioni al Congresso il BBB è passato per il rotto della cuffia, promosso solo grazie al voto di JD Vance per uscire dall’impasse di alcuni repubblicani che l’avevano rifiutato.
Nei settori del digitale, finanza e consulenza inizia a farsi largo un taglio del 25-30% dei posti di lavoro per continuare a soddisfare le esigenze degli azionisti, il tutto scusato (senza fondamento) dall’avvento dell’intelligenza artificiale. I CEO delle multinazionali fingono entusiasmo nel dire che hanno sparso IA a destra e sinistra in azienda, consentendo notevoli efficienze e miglioramenti di produttività. Per questa ragione, ci dicono loro, devono prendere la difficilissima decisione di licenziare migliaia di dipendenti ed aumentarsi il bonus annuale a decine di milioni.
Durante la campagna elettorale, e fino ad un paio di mesi di presidenza, Trump aveva promesso di tagliare il budget della difesa americana di circa $70 miliardi l’anno per i quattro anni di mandato, che per il 2025 avrebbe significato un calo da $880 ad $810 miliardi. Non sappiamo chi o cosa l’abbia convinto a fare un’inversione a u su questa promessa, ma sta di fatto che siamo passati a $1000 miliardi, perdendo una buona quantità di sostenitori.
Da cinque anni corro attorno al fiume Charles di Boston con Paolo Ciuccarelli, fondatore del Density Design Research Lab al Politecnico di Milano, del Center for Design a Northeastern University, e della start-up ADA IQ; è famoso per la sua ricerca scientifica e lavoro pratico nel campo del design applicato ai dati e algoritmi.