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L’asino smarrito

Vi propongo due articoli dedicati alla grafica creativa per questa settimana di liberazione: l’asino che rappresenta il partito Democratico ed il cervello di corsa che rappresenta i lettori di Zafferano, finalmente disponibile su felpa come avete votato via mail ed X. Istruzioni per l’uso nella rubrica Digitale.

Fu Thomas Nast, celebre grafico di Harper ’s Weekly, che nel 1870 raffigurò il partito Democratico come un asino, giocando sulla parola ass che, oltre ad indicare il brillante equino, significa anche sedere, e persona intollerabile. Quando ci dicono che un’immagine vale più di mille parole, quella dell’asino democratico ne ha da vendere e da spendere.

L’asino Dem oggi è smarrito: con l’eccezione di Bernie Sanders, AOC ed un paio di governatori, il resto del partito è avvolto in crisi di coscienze che vanno dal come han perso le elezioni, a come contrastare Trump, e specialmente a cosa proporre di effettivamente alternativo. La mandria di asini recalcitranti rende bene la situazione. Cosa ci ha portati a questa situazione?

Tutti i proclami woke si sono dimostrati boomerang devastanti: escludere atlete da medaglie e borse di studio dopo averle costrette a perdere in gara contro i trans ha inviperito mezzo paese, mentre riservare privilegi all’ 1.6% del paese, quando il 40% non arriva a fine mese, ha inviperito l’altra metà. Se non bastassero l’economia e la politica domestica, quella estera non ha aiutato: continuare a dare armi per la liberazione dell’Ucraina ed accettare stragi di bimbi in Palestina ha gridato “ipocrisia inaccettabile” per la maggior parte degli elettori.

A tutto questo si aggiunge che Trump e squadra continuano a mantenere le promesse elettorali, e nonostante le debacles della borsa e delle importazioni, il Presidente gode ancora di supporto dall’elettorato. Due azioni in particolare, ossia l’espulsione di migliaia di immigrati illegali, e la riduzione di sprechi incredibili nella pubblica amministrazione, ricevono apprezzamento bipartisan per la Casa Bianca.

Sanders a 85 anni ha deciso di ripartire dai giovani, e sta riempendo gli stadi tornado ai suoi concetti inappuntabili: sanità ed educazione per tutti, salari ragionevoli ed esclusione dei 12.000 lobbisti da Washington per arginare la corruzione politica. Ha lanciato la sua campagna “Combatti l’Oligarchia” da Omaha, partendo dalla città dove maggiore è il supporto per i Repubblicani.

Bernie ha ripreso il discorso di Gettysburg, che Lincoln chiude con “... a government of the people, by the people, for the people ...” (un governo della gente, fatto dalla gente, per la gente) che sveglia ogni americano. Alle tappe successive s’è aggiunta AOC, beniamina dei giovani dem americani, e qualche sera fa hanno arringato ben 125.000 ragazzi ad un concerto.

È presto per dire se questo movimento giovanile riesca a consolidarsi e svecchiare un branco di asini al pascolo. Tuttavia molti dem e repubblicani di maggior età rimpiangono un modo più serio di fare politica, quando la classe media esisteva, non vendevi un rene per andare all’università, ed una famiglia monoreddito mandava due figli a studiare, si costruiva casa, ed andava in vacanza. Oggi quella famiglia non arriva a fine mese, il punto che accomuna Bernie a Trump.

In questo momento due ultraottantenni dominano la politica americana: il Presidente ed il vecchietto ribelle. Per il bene del paese serve che asini ed elefanti (simbolo dei Repubblicani) trovino il modo di staccarsi da lobby ed oligarchie e facciano il bene di tutta la gente.

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Zafferano

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