Chaplin crebbe in un ambiente dove la musica era parte integrante della vita quotidiana; figlio di una coppia di artisti con poca fortuna, fu con la madre, modesta attrice e cantante, che Charlie mosse i primi passi nel mondo dello spettacolo.
Da appassionato autodidatta imparò a suonare il violino e il violoncello; quasi non sapeva leggere la notazione musicale ma riusciva a comporre melodie canticchiandole o suonandole, per poi collaborare con arrangiatori professionisti che le trascrivevano. Nonostante ciò, era esigente e perfezionista: supervisionava ogni arrangiamento e orchestrazione con grande attenzione.
Con l’avvento del cinema sonoro Chaplin vide nella musica un modo per conservare il controllo artistico sulle sue opere; iniziò a comporre personalmente le colonne sonore dei suoi film, facendo della musica un’estensione della narrazione visiva e fu subito evidente la sua capacità di creare temi musicali emozionanti, coinvolgenti e ironici.
Tra i suoi brani più celebri spicca “Smile”, leitmotiv di “Tempi moderni” (1936), che divenne un classico grazie anche alle successive interpretazioni di artisti come Michael Jackson. La melodia malinconica ma intrisa di speranza riassume perfettamente lo spirito chapliniano.
Dopo numerosi contributi alla musica da film, per “Luci della ribalta” a Chaplin venne assegnato nel 1973 il Premio Oscar alla colonna sonora, interamente composta da lui e considerata una delle sue opere musicali più complete e sofisticate.
Dalla fine degli anni Novanta, per conto della Fondazione Chaplin - e in collaborazione con la Cineteca di Bologna (Progetto Chaplin) - il compositore e direttore d’orchestra Timothy Brock ha realizzato il restauro delle musiche originali di tutti i grandi capolavori di Charlie Chaplin, lavorando molto all’adattamento delle colonne sonore scritte dal grande Maestro, per le riedizioni dei suoi film muti.
Come Brock ha detto di Chaplin “non molti sanno che compositore fosse e che talento straordinario avesse anche sul piano musicale”. Un piccolo ricordo ve lo lascio qui, col sorriso di “Smile”.