Il Presidente Negoziatore

Le prime settimane di Trump hanno messo in mostra il suo ruolo preferito, quello del negoziatore di accordi commerciali. Media e benpensanti, sempre confusi tra guardare il dito e la luna, hanno gridato allo scandalo per tutte le ancore che ha lanciato: voglio la Groenlandia, voglio Panama, metto 25% di dazi a Canada e Messico e 10% alla Cina. Fiumi di parole su quanto sia matto, spregiudicato, irriguardoso delle istituzioni, del rispetto per gli alleati, e quanto sia egocentrico. È un modo di interpretare le sue uscite.

Gli agenti AI e i medici

La scorsa settimana ha visto un buon successo di ChatGPT4, che in un trial randomizzato ha dimostrato di poter aiutare il medico a diagnosticare meglio, a livello di una squadra di dottori. È un bel passo avanti rispetto all’uso precedente, quello in cui il dottore ordinava a ChatGPT di scrivere le raccomandazioni al paziente in modo da migliorare il grado di obbedienza. 

Il paradosso di Jevons

William Jevons fu un economista e logico britannico vissuto attorno al 1850, pragmatico e scientifico nel suo approccio a questa disciplina. A lui dobbiamo il paradosso: al miglioramento della tecnologia corrispondono costi inferiori, che portano ad un più grande consumo di quella risorsa, non al risparmio.

Alla corte dei Patrizi

Subito dopo le elezioni presidenziali, sul 275 di Zafferano, avevo pubblicato “DNC tra patrizi e plebei” denunciando la cattiveria dei patrizi che comandano il partito Democratico, pronti a pugnalare alle spalle anche i loro compagni appena escano dalla narrativa di regime. Oggi i nodi sono arrivati al pettine: i candidati di Trump per il comando della sanità, del FBI e dei servizi segreti han dovuto dimostrare di essere in grado di fare il loro mestiere di fronte alla corte, come da prassi istituzionale.

Funerale americano

I miei vicini di casa, immigrati da giovani dall’Irlanda ed ora bisnonni ottantenni ben radicati a Boston, han perso la figlia cinquantaseienne in un tragico incidente davanti a casa: caduta nel lago ghiacciato, non è riuscita a riemergere. Son quelle tragedie che ti lasciano senza parole: signora molto sportiva, su quel lago ha camminato sicura per anni, una sfortuna tremenda.

Cerca nel profondo

La prima settimana di Trump è stata drammatica per il mondo digitale: da un lato la (non) sorpresa che il nuovo Presidente mette in concorrenza il fidato Musk sia per la creazione di nuovi datacenter dedicati all’intelligenza artificiale, sia per l’acquisto di TikTok. Se Musk pensava di ricevere favori in cambio di tutto quanto ha fatto e speso per l’elezione del nuovo presidente, s’è ricreduto. Tra Altman (OpenAI), Ellison (Oracle) e Son (SoftBank), tutti a celebrare i $500 miliardi da investire in Stargate, nuovo mega datacenter per l’intelligenza artificiale.

Tic toc, tic toc

Scrivo queste righe una settimana prima della vostra lettura, ed oggi sono in trepida attesa per gli eventi dei prossimi giorni: tic toc, tic toc. Domani, domenica 19 gennaio, dovremmo vedere il cessate il fuoco e l’inizio dello scambio di ostaggi e prigionieri in Israele, dopo-domani l’inaugurazione di Trump, e per martedì aspettiamo le prime deportazioni di immigrati illegali da città come Boston e Chicago. A me interessa vedere cosa farà il Presidente con TikTok.

La zucca materialista

Continua il progresso nelle neuroscienze, specialmente sul fronte delle tecnologie di imaging, di sensori sempre più minuti ed anche liquidi, di impianti elettrochimici nel cervello, e di nuovi materiali biocompatibili. Stiamo arrivando al momento in cui potremo capire cosa c’è tra cervello e mente, e forse comprendere la meccanica della nostra coscienza, dei pensieri e delle nostre emozioni. Da un punto di vista etico questo momento è drammatico, perché avvicina la nostra capacità di plasmare una vera intelligenza artificiale.

Politica industriale al cambio di testimone

Ricorderete che all’elezione di Biden sottolineai le poche differenze e tante similitudini tra lui ed il predecessore Trump, ed ora che questo torna alla Casa Bianca, sarà interessante vedere cosa succede alla politica industriale. Fu il Donald a spingere con forza il “prodotto in America”, solo aggiustato in “comprato in America” dal successore. Come per la risposta al Covid, che portò entrambe a stampare ed elargire duemila milioni di dollari per sostenere l’economia in quegli anni deprimenti, anche sulla spinta a costruire fabbriche, investire nelle nuove tecnologie e portare investitori esteri in America, non si vedono differenze tra i due Presidenti.

Zucki a Canossa

Nel rigido inverno del 1077 l’imperatore Enrico IV attese tre notti al freddo, alle porte del castello di Canossa, prima di essere ricevuto e perdonato dal Papa Gregorio VII. 948 anni dopo l’imperatore dei social media, che controlla miliardi di persone tra Facebook, Instagram, Whatsapp, Messenger ed Oculus, si umilia di fronte al mondo allo stesso modo: anche Zucki va a Canossa.