150 anni fa Marx ci spiega che le elites usano la stampa, il pulpito ed i comici per mantenere uno stato di antagonismo tra le diverse nazionalità presenti in America, in modo da pagarli il meno possibile.
Fast forward ad oggi e ti trovi Trump che vince le elezioni grazie anche alla politica sull’immigrazione, incentrata sul rimandare al loro paese tutti gli illegali e favorire invece quella di chi arriva rispettando le norme. Chi vi scrive ha speso $31.000 tra visto, carta verde e naturalizzazione per una famiglia con tre figli, certificando centinaia di pagine di documenti, visite mediche, vaccini, ed ovviamente sostenendo un costo molto maggiore tra viaggi, traslochi, auto e tutto quanto serve per emigrare in un nuovo paese. Son ben contento di averlo fatto, accolto sempre a braccia aperte da tutti, conscio di non aver rubato il lavoro a nessuno.
Il motivo principale per cui io e milioni di altri immigrati siamo venuti in USA, è che in pochi anni si diventa americani alla pari di chi ci è nato, fatta salva la possibilità di diventare Presidente che resta preclusa. A noi che abbiamo rispettato le norme per diventare americani, va bene che vengano espulsi quelli che invece han giocato sporco.
Questo secondo gruppo, tuttavia, è molto eterogeneo: milioni sono cresciuti qui da bambini, portati di straforo dai genitori. Che colpa hanno loro del reato compiuto da madre e padre per dagli un futuro migliore? E quelle stesse mamme e papà, che sanno di aver sbagliato ma son sfuggiti da povertà e guerre: come fai a denunciarli? Al contrario, quelli che vengono espulsi in queste settimane sono i tantissimi che, oltre ad essere immigrati illegalmente, si sono anche macchiati di altri crimini: loro non meritano tanta comprensione. In ogni caso i numeri sono spaventosi, e se anche l’amministrazione volesse espellere solo i criminali, 435.719 persone, impiegherebbe anni.
Se da un lato Trump vuole cacciare i criminali come gli han chiesto gli elettori, dall’altro promuove la vendita del diritto a trasferirsi in America, a $5 milioni a testa. È una cifra assolutamente alla portata dei tantissimi ricconi, specie cinesi ed indiani, che altrimenti impiegherebbero anni per immigrare legalmente da noi. Questo perché ad ogni paese è associata una quota di immigrazione, ed ovviamente nel caso di Cina ed India la percentuale di ammessi è minima.
La paura verso i migranti ha radici antichissime, ben precedenti a Marx, ed in generale lo spettro dell’abbassamento delle paghe, o l’aumento del costo della casa derivante da un forte afflusso di nuove persone, è un fenomeno temporaneo. In media occorrono due anni perché una famiglia si integri ed inizi a contribuire appieno alla società: da quel momento aumenta anche i consumi, che fanno crescere occupazione e ricchezza. Gli ultimi Premi Nobel per l’economia, Acemoglu, Johnson e Robinson, dimostrano che nel corso della storia le economie più aperte all’immigrazione si sono arricchite più delle altre. Per chi volesse approfondire raccomando questo https://www.economist.com/finance-and-economics/2025/03/13/your-guide-to-the-new-anti-immigration-argument , dove si vede che la qualità degli immigrati, il loro grado di scolarizzazione e capacità, è il fattore principale nel successo per il paese ospite.
Non resta che riprendere Regan: “Potete andare a vivere in Francia, ma non sarete francesi. Potete andare in Germania, Turchia o Giappone, ma non diventerete tedeschi, turchi o giapponesi. Ma se da qualsiasi angolo della terra venite a vivere in America, diventate americani.” Welcome!