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L’immigrazione secondo Trump

Il 9 aprile 1870 Marx scrive una lunga lettera a due suoi collaboratori in America, Meyer e Vogt. In quel testo spiega come l’aristocrazia inglese abbia voluto trasformare l’Irlanda in un gran pascolo per dar carne, latte e lana a Londra, mentre gli irlandesi devono emigrare dall’altra parte dell’Oceano dove abbassano gli stipendi dei locali, rubandogli il lavoro.

150 anni fa Marx ci spiega che le elites usano la stampa, il pulpito ed i comici per mantenere uno stato di antagonismo tra le diverse nazionalità presenti in America, in modo da pagarli il meno possibile.

Fast forward ad oggi e ti trovi Trump che vince le elezioni grazie anche alla politica sull’immigrazione, incentrata sul rimandare al loro paese tutti gli illegali e favorire invece quella di chi arriva rispettando le norme. Chi vi scrive ha speso $31.000 tra visto, carta verde e naturalizzazione per una famiglia con tre figli, certificando centinaia di pagine di documenti, visite mediche, vaccini, ed ovviamente sostenendo un costo molto maggiore tra viaggi, traslochi, auto e tutto quanto serve per emigrare in un nuovo paese. Son ben contento di averlo fatto, accolto sempre a braccia aperte da tutti, conscio di non aver rubato il lavoro a nessuno.

Il motivo principale per cui io e milioni di altri immigrati siamo venuti in USA, è che in pochi anni si diventa americani alla pari di chi ci è nato, fatta salva la possibilità di diventare Presidente che resta preclusa. A noi che abbiamo rispettato le norme per diventare americani, va bene che vengano espulsi quelli che invece han giocato sporco.

Questo secondo gruppo, tuttavia, è molto eterogeneo: milioni sono cresciuti qui da bambini, portati di straforo dai genitori. Che colpa hanno loro del reato compiuto da madre e padre per dagli un futuro migliore? E quelle stesse mamme e papà, che sanno di aver sbagliato ma son sfuggiti da povertà e guerre: come fai a denunciarli? Al contrario, quelli che vengono espulsi in queste settimane sono i tantissimi che, oltre ad essere immigrati illegalmente, si sono anche macchiati di altri crimini: loro non meritano tanta comprensione. In ogni caso i numeri sono spaventosi, e se anche l’amministrazione volesse espellere solo i criminali, 435.719 persone, impiegherebbe anni.

Se da un lato Trump vuole cacciare i criminali come gli han chiesto gli elettori, dall’altro promuove la vendita del diritto a trasferirsi in America, a $5 milioni a testa. È una cifra assolutamente alla portata dei tantissimi ricconi, specie cinesi ed indiani, che altrimenti impiegherebbero anni per immigrare legalmente da noi. Questo perché ad ogni paese è associata una quota di immigrazione, ed ovviamente nel caso di Cina ed India la percentuale di ammessi è minima.

La paura verso i migranti ha radici antichissime, ben precedenti a Marx, ed in generale lo spettro dell’abbassamento delle paghe, o l’aumento del costo della casa derivante da un forte afflusso di nuove persone, è un fenomeno temporaneo. In media occorrono due anni perché una famiglia si integri ed inizi a contribuire appieno alla società: da quel momento aumenta anche i consumi, che fanno crescere occupazione e ricchezza. Gli ultimi Premi Nobel per l’economia, Acemoglu, Johnson e Robinson, dimostrano che nel corso della storia le economie più aperte all’immigrazione si sono arricchite più delle altre. Per chi volesse approfondire raccomando questo https://www.economist.com/finance-and-economics/2025/03/13/your-guide-to-the-new-anti-immigration-argument , dove si vede che la qualità degli immigrati, il loro grado di scolarizzazione e capacità, è il fattore principale nel successo per il paese ospite.

Non resta che riprendere Regan: “Potete andare a vivere in Francia, ma non sarete francesi. Potete andare in Germania, Turchia o Giappone, ma non diventerete tedeschi, turchi o giapponesi. Ma se da qualsiasi angolo della terra venite a vivere in America, diventate americani.” Welcome!

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
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Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.