Ipocrisia politica

Le celebrazioni dello sbarco in Normandia sono state un’ottima occasione per la Casa Bianca per stendere un velo su due casi che stanno scuotendo i Dem, mettendo in evidenza l’ipocrisia della politica al governo.

Innanzitutto, la condanna di Biden alla Corte Internazionale di Giustizia, quell’ICC che ha deliberato che tanto Hamas quanto Israele sono imputabili di crimini contro l’umanità e processabili per genocidio, ha investito anche importanti paladini della sua possibile rielezione, come Amal e George Clooney, e la loro fondazione per la giustizia (Clooney Foundation for Justice).

I contratti di licenza SW

Tutti noi accettiamo senza batter ciglio i contratti di licenza SW, siano quelli per l’utilizzo gratuito di social media o applicazioni, o quelli per il software che compriamo. Anche facessimo lo sforzo di leggere e capire le condizioni capestro che ci impongono, troveremmo difese invalicabili se chiedessimo mai di cambiare qualche clausola. Se andiamo a ben guardare il cappio che ci mettiamo al collo come un’elegante cravatta, viene naturale adottare più software aperto possibile. Facciamo un esempio.

Copiare TikTok

Da mesi impazzano gli attacchi dei politici occidentali a TikTok, colpevole secondo loro di poter esser controllata dal Partito Comunista Cinese (PCC) e quindi spiare i cittadini ed influenzarli con notizie false. Il governo americano ha imposto un vero e proprio ultimatum: o vendete la proprietà cinese di ByteDance entro gennaio 2025, o chiudete i battenti.

Boston in fiore

Queste settimane sono uno spettacolo a Boston: dai ciliegi, alle magnolie, ad altri arbusti è un’esplosione di colori e di fiori. Mentre mia moglie, appassionata di fotografia, si perde tra mille inquadrature di petali e boccioli, io ne approfitto per sbirciare nelle cerimonie di laurea delle tante università. Una dopo l’altra, per almeno tre settimane, anche loro sono un tripudio di colori: tra le diverse facoltà ed i tre livelli di istruzione che conferiscono titolo, sono 50.000 i ragazzi che ogni anno vedono premiati i loro sforzi accademici.

Ancora un boomerang di sanzioni, sulle batterie

Nel numero scorso commentavo della miopia di sanzioni e sovvenzioni, che hanno la brutta abitudine di drogare il mercato nel breve periodo, per poi rivelarsi dannose sia per le aziende che si son sedute sugli allori e non hanno innovato prodotto e processi, sia per i contribuenti che han sprecato le loro tasse. 

Che Nvidia

L’invidia è un peccato capitale per i credenti, ed un sentimento molto comune nel mondo delle start up digitali: di tantissime che iniziano, poche restano a galla, pochissime hanno il successo sperato. Nvidia senza la i è sicuramente il miglior esempio di quest’ultima categoria: oggi vale duemila miliardi di dollari, equivalente all’economia di Paesi come Italia o Canada.

Vendere app

Conosco un bravissimo giocatore di golf e giovane programmatore, che ha pensato bene di lasciare l’azienda per aprire la sua start-up, sviluppare e vendere un’applicazione per cellulare, un allenatore virtuale. Oggi vi racconto le sue peripezie nel diventare imprenditore, costruire e vendere.

Ancora un boomerang di sanzioni

Il nostro Presidente s’è fatto prendere la mano con sanzioni e sovvenzioni: blocca le esportazioni di questo o quel prodotto per evitare che i concorrenti cinesi li copino, alza le barriere doganali per impedire l’importazione di altri beni, sparge miliardi di dollari a pioggia su interi settori industriali. Queste politiche sono apparentemente efficaci nel breve periodo, ma fanno danni nel medio e lungo: sono dei boomerang per la nostra economia.

Progresso agricolo

Nel 2017 ho pubblicato un articolo sul mio lavoro nel campo dell’agricoltura di precisione, e la possibilità di creare un gemello digitale di alcuni processi chimici-biologici per poi ottimizzarne la resa (a chi interessasse l’originale, qui). Ricordo con piacere dimostrare ad agricoltori, malterie e birrerie che la tecnologia digitale può dare un notevole aiuto con minima spesa.

Emigrati e guerre

Emigrato due volte in vita mia, sono sempre molto attento alle storie di chi lascia il Paese di nascita per una nuova opportunitä, e qui in America ne ho conosciuti tanti. Vicino a casa c’è una vecchia lavanderia mal messa, dove marito e moglie cinesi lavorano dodici ore al giorno, sette giorni la settimana.