Notizie dagli USA


La gara si fa calda

Negli ultimi giorni la gara tra Harris e Trump s’è fatta calda, con entrambe i contendenti ad alzare i toni per polarizzare sempre di più il popolo americano, e tanti VIP che scendono in campo per aiutarli. Ora che abbiamo fatto il pieno di foliage e pumpkin spiced latte, ci attacchiamo a TV e social media per il finale della battaglia che si preannuncia epica.

Le interviste dei candidati sono impietose, con Trump che spesso parte per la tangente ripetendoci ad nauseam quant’è bravo, ed Harris che ci dà prova del suo elettroencefalogramma piatto: siamo tra l’incudine ed il martello. Nelle ultime settimane la Vicepresidente ha perso il vantaggio accumulato dopo aver sostituito Biden, perché la mancanza di proposte concrete su economia, immigrazione e come gestire i conflitti in Ucraina ed Israele un’incapacità woke senza speranza. A questo punto lei guadagna punti con la maggiore copertura mediatica, e poi sui temi dell’aborto e della difesa dei diritti civili. Lui vince quando si parla di cosa sia meglio fare per economia e sicurezza. Su Twitter e TikTok si sprecano video sarcastici e molto divertenti sull’uno e sull’altra.

Di fronte al sostanziale pareggio ai punti, scendono in campo i pesi massimi di politica, sport e spettacolo a dare una mano. Obama ha dato il peggio di sé cercando di invogliare i maschi neri a votare per Kamala nonostante sia donna, e finendo per insultarli accusandoli di maschilismo. Un rarissimo boomerang comunicativo dal nostro ex-Presidente, che non aveva mai fatto passi falsi di questa portata; ora i social media sono inondati di maschi neri democratici che lo mandano a stendere in modo ruvido e sincero. Sempre a supporto della candidata democratica poi troviamo i Clinton, attori come George Clooney ed Anne Hathaway, cantanti quali Taylor Swift e Beyoncé, e specialmente ex-collaboratori di Trump che ne denunciano il carattere egocentrico e pericoloso. Tenendo conto che tira più un pelo di Taylor che una coppia di ex-Presidenti per attirare il voto dei giovani, questa squadra è potente e straordinariamente ricca di fondi per monopolizzare i media.

Nell’altro angolo Trump ha capito di aver bisogno di aiuto per smussare i suoi eccessi: dopo aver preso Robert Kennedy Jnr. e Tulsi Gabbard, che hanno abbandonato il partito democratico mettendone in luce ipocrisia e sotterfugi, ora ha calato l’asse di picche, Elon Musk. Nello spazio di dieci giorni ci ha presentato robot umanoidi per la casa, robotaxi, razzo spaziale che rientra sulla rampa di lancio, ed ha completato la costruzione di un datacenter in 19 giorni quando il resto dei concorrenti impiega quattro anni. Occorre sempre diffidare del buon senso che ci fa credere che un bravissimo imprenditore sia anche un bravissimo politico: Musk, come buona parte degli imprenditori, è conosciuto per uno stile gestionale che non ammette repliche, non sa essere diplomatico. Tuttavia, ha l’energia e simpatia dei suoi razzi, e porta voti a vagonate.

Come avevo pronosticato, siamo arrivati al terzo attentato a Trump, questa volta sventato dalla squadra dei Servizi Segreti che ha individuato l’assassino prima che si avvicinasse al candidato repubblicano. I media mainstream hanno fatto il possibile per passare la notizia sottotraccia, ed il Donald per tutta risposta è tornato a fare un comizio dove aveva subito il primo attentato, tra le ovazioni del pubblico e le lacrime della vedova del vigile del fuoco ucciso. Occhio al quarto attentato, manca poco.

Altro pronostico sempre valido da parte dello scrivente è l’escalation guerrafondaia di Biden-Harris. Questa settimana Trump ha detto chiaramente che l’Ucraina ha perso, ed addossato la colpa del fallimento ai suoi concorrenti. Potete scommettere che nei prossimi giorni vedremo bombardamenti di ulteriori bimbi e civili sacrificati inutilmente, usati per dire che la Casa Bianca difende la democrazia ed il rispetto della legge. Una prece, purtroppo ucraini, russi e palestinesi non contano niente in confronto agli interessi in ballo con queste elezioni.

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