Calle, papaveri e iris
Ho sempre avuto difficoltà ad accettare di partecipare a mostre delle
donne, sulle donne o sulla creatività al femminile, perché le ho sempre
ritenute ghettizzanti e forse anche un po’ offensive. Intanto perché il
“genere” (maschile-femminile) è una dimensione primaria che dichiara,
anche in arte, una differenza a priori, e là dove queste esibizioni
parrebbero rappresentare un impegno, in realtà sottolineano l'evidenza, e
con essa una sottile marginalità. Oltre a ciò vi è il
presupposto che la propria identità - e il rendere pubblica
la propria parola, lettera o opera artistica legandola ad essa - possa vivere solo all'interno di una atmosfera omogenea e ad hoc, perché non abbastanza matura per nuotare altrove e più lontano.
Ogni volta che leggo di...