... il piano morale della vita, dove se ne decidono valori e impegni, e tantomeno con problemi di natura esistenziale, religiosa o metafisica, dove ci si pongono le grandi questioni del senso della vita e delle cose.
In realtà, questa visione standard, che ha assunto predominanza dal 1600 in avanti, non è l’unica possibilità. La matematica dell’antichità e, ancor di più, quella contemporanea che si è creata dal 1931, data di pubblicazione dei teoremi di Gödel, mostra un volto molto diverso. Ne trovate un bell’esempio nel libretto La matematica come resistenza (Castelvecchi) di Albert Lautman (1908-1944), appena uscito per Castelvecchi a cura di Mario Castellana con postfazione di Fernando Zalamea.
Il giovane matematico Lautman, martire della resistenza al nazismo, aveva capito insieme al suo amico e collega Jean Cavaillès, compagno di studi e di resistenza, che le scoperte di Gödel mettevano in crisi l’immagine standard della matematica. Bisognava tornare all’antico: la matematica è un creativo e affascinante regno di possibilità dove si cercano strutture che servono a comprendere il mondo. La misura è una piccola parte di questa comprensione, ma non è tutto e non è neanche la parte più importante. Inoltre, è la logica che si poggia su queste strutture matematiche e non viceversa. La matematica, concepita come strumento di conoscenza delle articolazioni dell’essere è un tipo di filosofia ed è più simile alla poesia, alla letteratura e all’arte in generale di quanto non si pensi comunemente, soprattutto in Italia dove la famigerata distinzione tra scientifico e umanistico ha determinato la cultura in modo pervasivo. Abbiamo così creato frotte di studenti che non sopportano la matematica perché non ne vedono il nesso con la vita e altre frotte che non leggono un libro o non guardano un quadro perché pensano che siano “tutte chiacchiere”.
Lautman resiste a questa visione mainstream della matematica e della filosofia della scienza, che riduce la logica a pochi principi e la matematica a poche trasformazioni simboliche. La sua resistenza umana al nazismo come forma di pensiero ideologico e unico è una cosa sola con la sua resistenza teorica a una visione della cultura non aperta a possibilità razionali diverse, che hanno a che fare con la creatività in tutti i campi, con il senso della vita e con la sua bellezza. In quest’epoca di ritorno dello scientismo il libretto curato da Castellana fa respirare aria fresca. È consigliato a tutti, ma soprattutto ai professori di matematica, filosofia e scienze che vogliano aprire le menti proprie e dei giovani studenti a prospettive nuove e affascinanti.