... la mission.
La musica pensata per i videogiochi si esprime ormai da tempo anche in modo indipendente dalla destinazione per cui nasce e capita che un’orchestra sinfonica la proponga in concerto, come ha fatto la Royal Philharmonic Orchestra di Londra col progetto “PlayStation in Concert”, 2018.
Forse non ci si aspettava che anche la lirica ne fosse attratta, invece nel 2019 a Parma è nato il primo videogioco al mondo prodotto da un teatro d’opera: “A life in music”, un modo nuovo per presentare il teatro e divulgare la conoscenza della musica verdiana; circa 200.000 download nei primi nove mesi ne han fatto un esperimento vincente.
Cambiando genere musicale si prevede gran successo per la neonata etichetta discografica CircoLoco Records, joint venture tra Rockstar Games (azienda leader per lo sviluppo e distribuzione di videogiochi) e CircoLoco (uno dei brand più famosi nel mondo del clubbing, musica elettronica e dj); entrambe le realtà puntano così a raggiungere e catturare nuovo pubblico.
Insomma, per il mondo della musica il comparto videogiochi è fenomeno culturale da seguire e sviluppo di nuove professioni. Il Master in Musica per videogiochi (il primo in Europa) del Conservatorio di Roma, punta ad inserire gli studenti nell’industria del videogame (con ruoli da programmatori sonori, sound designer, compositori/orchestratori/arrangiatori e music editor), il tutto con un occhio al valore globale del mercato dei videogiochi, oggi enorme; in Italia il giro d’affari nel 2020 è cresciuto del 21,9 % rispetto al 2019 (rapporto IIDEA), complice il lockdown, certo, ma il trend era in crescita da tempo.
È un processo in evoluzione continua e che coinvolge anche l’educational: in questo anno dantesco è nato il primo gioco educativo in realtà virtuale, proprio dedicato a Dante: “La porta dell’Inferno”, un modo nuovo, interattivo e con colonna sonora, di proporre la Commedia agli studenti.
Non è il solo videogame ispirato al Poeta e se volete divertirvi sul tema Inferno guardate qui qualche frammento di un videogioco del passato: “Dante’s Inferno” - 1986, in cui spicca la musica di Bach in stile game anni Ottanta.
Infine, ai compositori di oggi il consiglio arriva dal noto autore di colonne sonore per videogame Jon Everist: “Per scrivere musica c’è solo un metodo: supportare la storia, rispettare i personaggi e non rompere le scatole ai giocatori” (Rolling Stone magazine).