In certi giorni, faceva più freddo a Chicago che al polo nord. Il nordest, tra Boston, New York, e Washington? Un pantano gelato. Ghiaccio negli aranceti della Florida e della California. A casa mia (California centrale), sei settimane senza sole, durante le quali è caduto mezzo metro di pioggia. E pare non finisca mai.
Ma forse più interessante e’ un’articolo del NewYork Times, “How the Weather Gets Weaponized in Climate Change Messaging” Ecco come si “bellicizza” il tempo nel dibattito sul cambiamento del clima. (Prima pagina del 1 Marzo 2019). Scrivendo, con sorrisetto en canaille, gli autori progressisti dicono ai lettori progressisti di stare pur tranquilli quando gli si domanda come l’ inesorabile marcia del “global warming,” riscaldamento globale, abbia prodotto quest’ inverno artico, e gli altri due precedenti, subartici. Tutti sanno, vero, che non si deve confondere tempo con clima? Nessuno aveva mai detto che il global warming avrebbe bandito la neve. Lascia Trump, e i suoi seguaci asini, ridere come vogliono. Ma il nostro e’ il sorriso di quelli che la sanno più lunga. Purtroppo, durante le ondate di caldo estive, dopo uragani, tornados, ecc., anche alcuni fra di noi confonde il tempo con il clima. Ma quando i nostri, attribuiscono avvenimenti meteorologici insoliti al Climate Change/Global Warming non hanno tutti i torti. Fatto e’ che negli ultimi anni vari ricercatori hanno inventato algoritmi che finalmente collegano certi avvenimenti meteorologici con gli algoritmi di previsioni climatiche. Questi algoritmi e modelli matematici sono la realtà. Il resto non conta.
Dunque, gli algoritmi della classe dominate americana la isolano dalla realtà, come le doppie finestre isolano le case russe dal freddo.