ILTeatro


Il teatro nelle scuole. Parola agli studenti

Sempre più spesso fioriscono laboratori di teatro nelle scuole di ogni ordine e grado. Dai bambini della scuola dell’infanzia agli adolescenti delle secondarie, sono tanti i piccoli e grandi “attori” che, nello spazio scolastico, incontrano la recitazione, un’arte umanamente profonda, arricchente, stimolante.

Insieme ai pareri, circa l’importanza del teatro nelle scuole, espressi da professionisti ed esperti del settore, è utile e interessante ascoltare, a mio dire, le opinioni e le riflessioni di chi “fa” il teatro nelle scuole, di chi lo anima. Gli studenti.

In questa occasione parleranno gli alunni del Liceo Classico e Linguistico “Daniele Manin” di Cremona. Da decenni il rinomato liceo cremonese offre agli studenti la possibilità di affiancare all’esperienza scolastica la partecipazione ai laboratori extracurriculari di teatro tenuti dalla professoressa Gentilia Luisa Arli. Non solo: agli studenti è anche data la possibilità di scegliere tra il laboratorio “Leggere il teatro”, che si concentra sulla messa in scena di testi dal panorama greco-latino, e il laboratorio di musical “Parole e musica”.

Ai giovani “attori”, ora, lo spazio e la parola.

1. Per quale motivo hai iniziato a frequentare il laboratorio di teatro?

La gran parte degli studenti concorda sulle risposte. Quella di frequentare il laboratorio è stata una scelta dettata dalla volontà di provare un’esperienza diversa, di sconfiggere la paura del giudizio e la timidezza. Alcuni menzionano anche il desiderio di imparare a parlare bene in pubblico e quello di stringere nuove amicizie. Accanto a studenti semplicemente incuriositi dalla novità rappresentata dall’esperienza teatrale, ce ne sono altri che, invece, si dicono appassionati del teatro fin da prima di cominciare il laboratorio. Ecco che, allora, la scuola offre loro la possibilità di coltivare una passione maturata negli anni precedenti e, magari, anche di inseguire un sogno.

2. Cosa hai imparato frequentando il laboratorio? In cosa credi ti abbia aiutato?

Muoversi nello spazio, usare la voce, scandire bene le parole, non temere il confronto con il pubblico, scrivere un copione e occuparsi di costumi e oggetti di scena: queste sono solo alcune delle abilità che i ragazzi dicono di avere acquisito durante la frequenza del laboratorio. Accanto a competenze più specificamente attoriali e tecniche, tuttavia, i giovani “attori” del Manin ricordano anche capacità trasversali e “umane”. Se per alcuni il teatro è un modo per imparare a lavorare in gruppo, per conoscere i compagni e sviluppare l’empatia, per altri è, invece, strumento di esplorazione personale. «Il teatro ci ha aiutati a sconfiggere l’ansia, a dominare i pensieri negativi e a prenderci, talvolta, meno sul serio.» commentano. Alcuni studenti, inoltre, notano l’importanza del teatro nello sviluppo dell’osservazione e del pensiero critico: «Grazie al teatro abbiamo imparato a dare valore ai piccoli dettagli e a ragionare con più profondità».

3. Credi sia utile fare teatro nelle scuole?

I ragazzi concordano senza esitazione alcuna: il teatro nelle scuole è utile! Le loro argomentazioni sono le più varie. Frequentare un laboratorio di teatro permette di conoscere nuove persone e creare nuove amicizie, di superare l’insicurezza e la timidezza, di sviluppare l’empatia e il rispetto e, perché no, di “staccare” dalla vita frenetica. Alcuni studenti si soffermano maggiormente sui benefici pratici che l’attività teatrale può portare anche all’attività scolastica curriculare. «Il teatro permette di allenare la memoria e migliorare la propria esposizione orale, cose molto importanti a scuola!»

4. Che rapporto c’è tra il laboratorio di teatro e le lezioni curriculari?

Buona parte dei ragazzi riconosce la possibilità di una reciproca influenza tra teatro e scuola. Nelle lezioni curriculari si può utilizzare quello che si impara a teatro, dalla disponibilità al lavoro di gruppo all’ascolto, dal saper parlare al non temere il confronto con gli altri. Alcuni studenti del Liceo Classico, inoltre, sottolineano che mettere in scena testi di teatro greco permette loro di integrare quanto studiato a scuola, di ampliare la conoscenza della civiltà e della lingua greca. Anche le lezioni scolastiche, tuttavia, danno un contributo all’attività teatrale. Studiare a scuola i testi letterari che si interpreteranno a teatro aiuta a essere più consapevoli di cosa e di come si recita.

Alla medesima domanda alcuni studenti rispondono, invece, pensando il teatro come una realtà totalmente svincolata dall’attività scolastica. Più che un ausilio allo studio, il teatro è, per loro, un momento di respiro dai compiti, dalle ore sui banchi e dalle lezioni. Un magico “oltre” nel quale essere “semplicemente” sé stessi.

Un grazie speciale agli studenti che si sono prestati all’intervista e grazie a chi permette loro di conoscere il teatro e, attraverso il teatro, di conoscersi e conoscere il mondo.

Le parole degli alunni siano sprone a continuare a promuovere e a valorizzare l’arte, la cultura, la bellezza. L’umano.


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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
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Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.