IL Signor CEO


"Vi faremo invecchiare sul divano di Stato, poi un ticket gratuito e tanti saluti"

Tra alti e bassi, e tensioni d'ogni tipo, continua l'intervista di Zafferano.news al Signor CEO. Procediamo.

So che Lei oggi vorrebbe parlare della robotizzazione del mondo del cibo, come la scorsa settimana ha folleggiato sul mondo della robotizzazione dell’industria, ma non glielo permetto. L’intervistatore sono io e lei è l’intervistato.

Le confesso che non mi è chiaro il motivo profondo perché lei ha scelto Zafferano.news per confidarsi.

"Del nostro Club, fondato dal nostro Padre e Maestro, Jean Monnet (niente a che fare con la Spectre di James Bond) io sono quello che gestisce la comunicazione. Ho scelto Zafferano.news e lei perché siete gli unici su piazza che non pubblicate fake news istituzionali e fake truth. Condivido il suo pensiero, la comunicazione ai tempi di internet deve essere vera, altrimenti prima o dopo ti scoprono. E ho scelto Zafferano per il romanticismo d’antan di cui è soffuso. Lei poi ha alcuni tratti che mi ricordano il mondo di Maria.

George, Bill, Jeff, non parliamo Mark, erano contrari a questa mia iniziativa. Mark non lo sopporto proprio più. Uno così non può far parte del nostro Club, è un inquietante personaggio da film di Quentin Tarantino.

Come quegli economisti che in assoluta buona fede vogliono aiutarci, in realtà ci danneggiano. Prendiamo un certo Garret Jones. Ha scritto un libro, ridicolo e dal titolo ridicolo, 10% Less Democracy. Ha scomodato la curva di Laffer e altre amenità per fare proposte confuse. Mi ricorda un tale, rettore di non so quale università, che voleva dare il diritto di voto solo ai 'colti'. Due sprovveduti, convinti di aiutarci, in realtà ci danneggiano.

Il nostro modello invece (CEO capitalism) è programmato per portarci, passo dopo passo, e senza fretta (esattamente nel 2049), all’appuntamento con la Storia: la fusione dell’Occidente liberista-liberal-libertario (a parole) con il nazicomunismo della Cina e dominare il mondo. Sarà un simil Periodo Tang digitale che durerà mille anni.

Il tutto deve avvenire senza guerre, con dolcezza, nel percorso di avvicinamento guai irritare il popolo bue. Se lui si rivolta, noi non siamo attrezzati, il nostro protocollo prevede solo la fuga, da dietro o dall’alto (i sotterranei sono trappole per topi).

La strategia che stiamo perseguendo da anni è impeccabile: espellere il maggior numero possibile di persone dal lavoro, farli decantare per un po' in vasche intermedie (cassa integrazione, formazione, etc.), poi quando sono irricuperabili o invecchiati (oltre i 50 anni) dotarli di un divano di Stato, di un tablet e di un reddito di cittadinanza. E ciò fino alla fine del loro ciclo vitale,  quando la vita sul divano non merita più di essere vissuta, perché troppo ignobile. Avranno un ticket (gratis) per lasciarci, in silenzio.

Basta! Parlare con lei mi stanca!"

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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Tommy Cappellini (Lugano): lavora nella “cultura”, soffre di acufene, ama la foresta russa
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Roberto Zangrandi (Bruxelles): lobbista