Altre società di concerti si stanno muovendo analogamente per non mancare l’anniversario. Risultato di queste iniziative è una massiccia presenza in svariate forme sul web delle opere del Genio di Bonn da poter ascoltare. Il paradosso è che alcune composizioni universalmente note, come la Quinta Sinfonia e la Nona, Beethoven non le sentì mai, pur avendole scritte. Per lui la musica era senza audio, cioè senza possibilità di ascolto.
La sordità si manifestò intorno ai 26 anni. Le sinfonie erano ancora tutte da scrivere. In poco tempo la menomazione divenne seria, incidendo sul carattere, sulla vita, sul lavoro del compositore che si isolò dal mondo per lo sconforto e per non dichiarare il suo stato: "Come potevo, ahimè, confessare la debolezza di un senso, che in me dovrebbe essere più raffinato che negli altri… Quale umiliazione ho provato quando qualcuno, vicino a me, udiva il suono di un flauto in lontananza e io non udivo niente… " così scrisse Ludwig nel Testamento di Heiligenstadt - 1802, lunga lettera per i fratelli mai spedita e ritrovata solo dopo la sua morte.
Nonostante ciò in quel periodo lavorava a grandi opere come l’Eroica e le famose sonate Al chiaro di luna, Appassionata, Les Adieux: molti sono gli studi sull’evoluzione del suo stile in relazione all’handicap e si potrebbe riassumere che più l’udito si faceva debole più la sua musica diventava grande.
Nel 1818 gli costruirono un pianoforte speciale arricchito di una sonorità più robusta, sul quale il Maestro lavorò alla stesura di capolavori come la Nona Sinfonia: siamo nel mese giusto per risentirla, a ricordo della prima esecuzione, il 7 maggio 1824 al Theater am Kärntnertor di Vienna, in una serata divenuta leggenda nei racconti. Opera rivoluzionaria e anche complessa da dirigere - con un organico di quattro cantanti solisti, coro e orchestra - vide comunque Beethoven sul podio, nonostante la sordità conclamata. Gli affiancarono però un altro direttore che raccomandò agli esecutori di non seguire le indicazioni del Maestro, purtroppo fuorvianti. Si arrivò alla fine della partitura, sbalorditiva per l’epoca, e fu l’inizio dell’inarrestabile successo di questa sinfonia. Si racconta che la cantante Caroline Unger fece voltare Beethoven perché potesse vedere il gran sventolio di fazzoletti del pubblico al posto degli applausi, che il compositore non avrebbe sentito.
Beethoven aveva "l’audio spento": non sentì la musica che aveva scritto e diretto. Accendiamolo noi l’audio - tanto più ora che le proposte si stanno moltiplicando - e sintonizziamoci con la sua musica che fa sempre grande compagnia.