Siamo in tanti: mamma Marilena, papà Gianni, zia Maria (tutti hanno una zia che si chiama Maria), zio Loris, mio fratello Andrea (parte alberghiera), mio cugino Maurizio ai fornelli, mia moglie Roberta fa pane, grissini, dolci. Il giovane chef è Fabio Ingallinera, siciliano, ha portato una ventata di mediterraneità alla nostra cucina occitana.
Sì, perché noi siamo orgogliosamente occitani, e così lo sono i nostri fornitori-partner: i formaggi di Michelino Giordano dall’alpe di Palanfrè o Marta Fossati da Sambuco; le mitiche carni di Marco Martini di Boves sono a un tiro di schioppo, così le birre del Troll di Alberto Canavese. Pochi chilometri di salita (la mitica via del sale dei miei avi trasportatori) e siamo al Col di Tenda, siamo in Francia, laggiù c’è il mare: Bordighera, Mentone, Montecarlo.
Attraverso questi prodotti cerchiamo di trasmettere ai nostri clienti, la ricchezza delle cucine di confine occitano-alpine, montagna, mare, colline.
Se accettate il mio suggerimento: come antipasto la dadolata di fassona (cubetti di carne cruda da intingere in 5 differenti salse), poi il risotto di Fabio al fondo bruno vegetale (una chicca), infine la trota fario, servita con radici amare e una salsa che ricorda il carpione. Un assaggino di formaggio sabaudo, poi il Fiocco di Neve, il dolce che meglio sintetizza l’anima fusion di questo spicchio di terra occitana. Vi costa dai 35.00€ del “menu soste” (solo a pranzo e nei feriali) ai 65.00€ del “menu tracce”, di 8 portate, vini esclusi.
Salendo o scendendo dal Col di Tenda, all’altezza del semaforo di Vernante, purché non sia un mercoledì, fermatevi al Nazionale (0171 920181), vi accompagniamo sulle montagne russe culinarie delle terre di confine. Se siete abbonati a Zafferano ditemelo, è importante.