M5S e le leggi della politica

Qualche considerazione sull’implosione quasi finale dei M5S va fatta, come suggerisce il cameo di Riccardo Ruggeri. Il tentativo, proclamato tante volte, era quello di fare un partito che andasse oltre le ideologie, oltre destra e sinistra, riunendo tutti coloro che erano rimasti tagliati fuori dalle élite dominanti, in nome di pragmatico buon senso impegnato in temi nuovi con forme nuove, disintermediate, sorrette da volontà e onestà. 

Minoranze immaginarie

In Italia si sentono tutti in minoranza sulla vicenda ucraina. Si sentono in minoranza i pacifisti che accusano di essere marginalizzati dal Partito Unico Bellicista e dai giornalisti con l’elmetto. Si sentono in minoranza i bellicisti a oltranza che considerano gli altri chierichetti o putiniani, e forse anche chierichetti putiniani. Si sentono in minoranza pure i moderati “di regime” che devono allineare l’Europa con l’America e quelli “alternativi” che devono smarcare l’Europa dall’America, nonché quelli che fanno delle differenze tra sanzioni sul gas e il petrolio o tra armi offensive e difensive.

Ennio, più grande della sua filosofia

Il docu-film “Ennio” è una lunga intervista al maestro Morricone, montata con ritmo e profondità da Giuseppe Tornatore. Si mettono in luce tante cose sconosciute al grande pubblico: Morricone ha fatto la colonna sonora di più di 500 film, è stato decisivo per...

Sopravvalutazioni, complotti e dubbi radicali

Ascoltando i ragionamenti geopolitici che seguono quelli virologici di un paio di anni, temo che una delle fallacie del complottismo di tutti i colori sia il dubbio radicale che si avvale di una sopravvalutazione enorme e ingiustificata di governi e governanti.

Grossman, Putin e il nazi-comunismo

Una delle curiose vicende linguistiche di questa tragica guerra provocata dall’invasione russa dell’Ucraina è lo scambio di epiteti e di giudizi sui governi russo e ucraino. La questione ha un risvolto importante per tutti e c’entra con la grande intuizione di Vasilij Grossman, ebreo ucraino di lingua russa, morto nel 1964 e autore di Vita e destino.

Psicologie di guerra

Tra gli effetti collaterali della guerra Russia-Ucraina troviamo l’alzarsi della tensione nelle discussioni, da quelle private a quelle sui social, e la perdita della ragionevolezza. Si è detto molto dell’Università Bicocca che chiede al professore di inserire qualche autore ucraino vicino al pericoloso Dostoevskij – con relativo rifiuto – e del militante sindaco di Milano Beppe Sala che chiede al direttore d’orchestra russo Gergiev, che di solito non fa comizi prima di dirigere, di professare il suo anti-putinianesimo.

Il fattore umano

Una delle vicende più curiose della storia è sempre il caso, che spesso agisce nel e con il fattore umano. Chi ha avuto a che fare davvero con vicende che hanno poi avuto riflessi pubblici e sono state discusse da tante persone sa bene che, contrariamente a ogni teoria complottista, il singolo essere umano, nel bene e nel male, può cambiare la storia, anche se spesso ciò accade per una combinazione di elementi imprevedibili anche da chi ne è il protagonista.

L’Ucraina e i valori ontologici

La vicenda ucraina svela alcune importanti verità che hanno a che fare con il pensiero.
La prima è che in un’epoca così segnata dalla virtualità, l’azione fisica, brutale, che mette a rischio il corpo – proprio e altrui – ha una forza shoccante e imbattibile.

G. B. Contri tra psicoanalisi e cristianesimo

Alcuni giorni fa è mancato Giacomo B. Contri, psicoanalista milanese e fondatore della “Società degli amici del pensiero di Sigmund Freud”. Era stato allievo e traduttore di Jacques Lacan e aveva sviluppato una propria filosofia originale che si muoveva tra psicoanalisi, filosofia del diritto e linguistica.