Il pensiero debole e il nichilismo anni ‘90

Due settimane fa è mancato Gianni Vattimo, uno dei filosofi italiani più importanti del secolo scorso, uno dei pochissimi a essere conosciuto all’estero.

Era stato anche mio prof. a Torino, all’inizio degli anni ’90, forse all’apice della sua carriera. Arrivava sempre in ritardo, ben al di là di ciò che è normalmente concesso ai professori universitari. Si portava il giornale e cominciava a sfogliarlo, commentando le notizie. Poi, da qualcuna di esse partiva per un percorso filosofico, spesso teoreticamente sofisticato, coltissimo e avvincente, intessuto di ironia profonda, che era la sua cifra. 

Grotte

Nel nord della Cina mi portano a vedere le grotte di Yungang. Scavate nella pietra, si possono ammirare 57000 statue buddiste del V secolo, alcune delle quali raggiungono quasi i 20 metri, altre i pochi millimetri. Bisogna entrare dentro le cavità per scoprire i colossi. Il soffitto e le pareti sono tutti lavorati, spesso con raffinatezza simile a quella del barocco leccese del XVIII secolo.

La verità negata

“Che cosa desidera l’anima più della verità?” si chiedeva S. Agostino. La risposta è “nulla” secondo il grande filosofo. Solo nella verità sembra acquietarsi la ricerca. In un interessante saggio intitolato Per la verità (2007) di alcuni anni fa Diego Marconi, capostipite della filosofia analitica in Italia e non proprio consentaneo con Agostino su altre tesi, spiegava bene: “Dalle chiavi di casa alla terapia efficace del carcinoma ovarico, si cerca per trovare. 

Concepimento, potere e parole tra Testori e Giussani

Se qualcuno vuole leggere qualcosa di originale nell’estate torrida, può provare con questo Il senso della nascita (Rizzoli), conversazione tra lo scrittore Giovanni Testori e il sacerdote Luigi Giussani, avvenuta nel 1980 ma con tanti spunti attuali. È un testo breve, che sembra impegnativo ma non lo è troppo, se uno entra nel ritmo di questo dialogo tra due uomini di fede, di cultura e di comuni origini lombarde. 

Il caso e la storia

La complicatissima vicenda russa della ribellione della Wagner con marcia su Mosca, retromarcia su Minsk, discorsi e controdiscorsi, fughe e ritorni, ha scombussolato le convinzioni degli analisti ma, per quanto mi riguarda, anche e soprattutto le convinzioni sugli analisti. Ancora una volta, lo scenario reale non era stato previsto da nessuno degli specialisti di settore. A posteriori, ovviamente, tutti sapevano o l’avevano praticamente detto, o quasi. Peccato, che non l’avessero scritto o che, forse, noi lettori, come sempre, non l’avessimo capito.

Berlusconi comunicatore

Adesso che i fuochi di amore e odio si sono smorzati – a ciglia asciutte, come diceva Montanelli – possiamo forse occuparci di qualcosa di più specifico a riguardo di Silvio Berlusconi come comunicatore.

Manzoni e il realismo popolare

Questa settimana è caduto l’anniversario dei 150 anni dalla morte di Manzoni, giustamente ricordato, anche se non sempre per i motivi giusti e alle volte con una retorica noiosa e intollerabile. Per me, Manzoni è legato alla lettura che ne feci, molti anni dopo le scuole, mentre mi trovavo per la prima volta negli Stati Uniti.

L’inno al realismo di G.K. Chesterton

Un giovane ricercatore italiano, Giovanni Molfetta, ha avuto la bella idea di raccogliere alcuni degli scritti giornalistici di G.K. Chesterton e di metterli insieme in un testo allegro, divertente e pensoso che tutti i lettori di Zafferano.news dovrebbero leggere.

Dialoghetti e spirito dei tempi

Chi scrive spesso è obbligato da una necessità interiore. Scrive perché non riesce a fare altrimenti, perché ci sono idee, immagini, sentimenti, personaggi che premono dal di dentro del proprio cervello o della propria anima. Ogni forma di scrittura deriva da questo strano fenomeno che popolarmente riassumiamo con l’espressione “mi è venuta in mente un’idea”. Da dove mi è venuta?