La prima caratteristica era già emersa in Italia con il M5S. La rete, persino quella di 10 anni fa che sembra ora un animale preistorico, permette di vedere tutto in diretta e individualmente, sul proprio piccolo o grande schermo. La disintermediazione, l’assenza di qualcuno che si ponga tra l’evento e lo spettatore per mediarlo, spiegarlo, riproporlo all’interno di una cornice doveva favorire la trasparenza. Invece, favorisce la polarizzazione e l’incertezza. Il fatto di vedere in diretta lo scontro diplomatico Ucraina-Stati Uniti non ha affatto tolto le interpretazioni divergenti. Al contrario, le ha polarizzate in tribù ideologiche. E se ci fosse stata davvero una rissa fisica, la polarizzazione sarebbe solo aumentata.
La seconda caratteristica, connessa alla prima, è che in questa sovraesposizione, dove tutto è trasparente, la verità che appare non è più tanto sicura. Riccardo Ruggeri ha coniato il termine fake truth e penso che sarà il termine del futuro, connesso all’uso dell’intelligenza artificiale. La fake truth, a differenza della sorella fake news, non è una notizia falsa ma un’opinione o un augurio spacciato per evidenza dalla maggioranza dei commenti circolanti. Per esempio, la maggioranza dei commentatori dei giornali più letti al mondo concordava sull’augurio che le sanzioni alla Russia del 2022 sarebbero state decisive per le sorti della guerra. Poco importava che tutti gli esperti effettivi dicessero che le sanzioni hanno sempre un effetto limitato e spesso si ritorcono contro chi le emette. Il Corriere della Sera titolava un giorno della primavera del 2022 che la Russia poteva resistere solo 40 giorni dopo il primo giro di sanzioni. Sono passati tre anni, siamo alla quindicesima tranche e la Russia sembra non crollare.
Ora, le fake truth hanno e avranno un incredibile aumento con l’intelligenza artificiale. I dati che l’alimentano e la serie di algoritmi che la costituiscono non possono infatti che favorire l’opinione della maggioranza di coloro che parlano e pubblicano. Se nella primavera del 2022 aveste chiesto a chatGPT se le sanzioni erano efficaci, vi avrebbe risposto come il Corriere, il più condiviso e letto dei quotidiani italiani. ChatGPT non c’era all’epoca, ma il funzionamento è quello. Normalmente, le molteplici intelligenze artificiali attuali tendono a ripetervi come la pensa il New York Times, il più letto dei giornali mondiali. Tant’è che openAI e il giornale newyorchese hanno dovuto arrivare a un accordo perché la maggior parte dello stile e dei contenuti dell’intelligenza artificiale si basano proprio sugli articoli della celebre testata.
A differenza delle fake news le fake truth non sono smentibili. I video fake come quello del litigio Trump-Zelensky, una volta utilizzati con più malizia, diventeranno parte di questa comunicazione. Del resto, il litigio c’è stato, perché non darne una versione più visiva e comprensibile, corrispondente all’opinione della maggior parte dei commentatori? Andiamo verso un mondo in cui occorrerà sempre sospendere il giudizio su verità/falsità delle notizie. E dove torneranno di moda le relazioni personali perché sarà impossibile altrimenti dare un giudizio di valore sulla comunicazione.