Musica in parole


Un contrabbasso da Oscar

“Resta sempre sullo sfondo, sei di sostegno a qualcos’altro. Sei come il pavimento: senza di te crollerebbe tutto”. Con queste parole descrive il suo ruolo di contrabbassista in orchestra la protagonista di “The Only Girl in the Orchestra” premio Oscar 2025 sezione cortometraggi.

Il documentario riporta la storia di Orin O'Brien, la prima donna a essere assunta dalla New York Philharmonic. È la stessa musicista, da poco in pensione, a ripercorrere i suoi anni di brillante carriera e lo fa insieme alla nipote Molly O'Brien, regista del documentario.

Figlia di due star del cinema hollywoodiano ma al contrario dei genitori refrattaria alle luci della ribalta,

Orin studia musica seriamente e si innamora del contrabbasso, che sceglie perché ama l’idea di suonare in gruppo e non ha ambizioni da solista.

Quella che viene catturata nel breve filmato è l’essenza della vita di una musicista a tutto tondo, perché la O'Brien studia, suona molto e molto anche insegna, trasmettendo a tanti studenti la sua passione per il contrabbasso, strumento di cui dice: “è capriccioso, cambia col tempo perché è fatto di legno. Bisogna parlargli e accudirlo o invecchia, si secca e smette di vibrare. Deve vibrare per sopravvivere”.

Elemento cardine del breve filmato è il racconto del momento in cui a trentun anni Orin O'Brien affrontò l’audizione per la sezione dei contrabbassi della Filarmonica di New York. Fu la migliore tra i candidati diventando nel 1966 la prima donna ad avere un lungo contratto stabile con la prestigiosa orchestra fondata nel 1842. Il direttore era all’epoca Leonard Bernstein che, meravigliato della continua concentrazione della musicista, di lei diceva: “è una fonte di splendore nell’orchestra”.

La presenza di un’orchestrale donna in una famosa compagine di 107 elementi, tutti uomini, non passò sotto silenzio e la O'Brien si ritrovò suo malgrado al centro dell’attenzione; moltissimi furono i commenti, non tutti favorevoli a quel suo inserimento che, ancora a fine anni Sessanta, stupì tanto.

Refrattaria com’è al mettersi in mostra Orin ha ceduto alle insistenze della nipote per la realizzazione del corto solo perché si è alla fine persuasa che la sua storia avrebbe potuto avvicinare più persone alla musica classica e contribuire a far conoscere e amare il contrabbasso. Per questo ha raccontato i suoi anni in palcoscenico - “con un ruolo importantissimo, ma di sostegno” - rivelando di essersi divertita molto perché fedele alla sua teoria sul come godersi la vita al massimo: “imparare ad amare i ruoli di secondo piano”. E aggiungendo: “non tutti possono fare i generali, servono anche i soldati e parte del piacere di suonare in un’orchestra per me è seguire gli altri.”

Una bellissima colonna sonora accompagna tutto il documentario sottolineato spesso dai suoni del contrabbasso, di cui eccone un assaggio nel trailer che vi lascio qui.

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