I surrealisti e le forme di pensiero che ci sfuggono

Il 2024 è anche il centenario del manifesto del surrealismo. Parigi giustamente lo celebra con un’immensa mostra al Centre Pompidou, con un’esposizione sul giovane Pollock al Musée Picasso, con eventi in decine di librerie e di luoghi di culto dell’avanguardia artistico-sociale del secolo scorso. Fino a gennaio, se passate dalla capitale francese, mettete in conto di immergervi per un attimo nel sogno o nell’incubo surrealista. Non importa che “vi piaccia”. I surrealisti vi riveleranno qualcosa di voi e hanno ancora qualcosa da dire alla storia del pensiero.

Le fogne di Parigi e altri discorsi

Nella domenica dei musei aperti, a Parigi occorre comunque prenotare. Se non sapete questo piccolo dettaglio, vi ritroverete come me a visitare qualche museo minore, tipo quello delle fogne. “Les égouts de Paris” potevano essere curiose, in fondo sono protagoniste di passaggi memorabili de I Miserabili e hanno una lunga storia che si intreccia con il grande Pasteur e con le battaglie della medicina. Invece, alla storia della medicina il museo dedica solo qualche pannello finale, con delle belle foto. Il resto è una passeggiata per le effettive fogne parigine, con vista sulle acque sporche che, in effetti, vengono ripulite, salvo quando piove troppo, e con presentazione dei macchinari storici che venivano utilizzati per la medesima operazione nel secolo scorso.

Una letteratura greca originale

Lo so che non sta bene scrivere di sé o dei propri parenti ma qui a Zafferano.news non siamo mai stati dei formalisti. Quando ci teniamo a qualcosa ne scriviamo, qualunque cosa dica l’etichetta. L’excusatio non petita è per presentarvi un sito nuovo e innovativo che raccoglie gli scritti di un grande grecista del secolo scorso, Antonio Maddalena (1913-1979). Veneto, partigiano, protagonista della scissione di palazzo Barberini che diede vita al partito socialdemocratico, professore nei licei e poi, a lungo, all’Università di Torino. 

I tetti di Parigi e l’amore ai tempi della tecno-scienza

A Parigi piove ma, come si sa, ciò non rovina la città. Il grigio del cielo ben si accorda con i tetti in zinco o ardesia così che la città appare come un’elegante signora che ha cambiato i colori sgargianti dell’estate con quelli sobri di settembre senza perdere di fascino. Sono i tetti a mantenere il tono della città in autunno e, persino, in inverno.

Bill Congdon e il gesto pittorico

C’è una bella mostra d’arte in Molise. È sparsa un po’ tra Venafro, Campobasso e Civitacampomarano. La mostra, intitolata “La pace non è anch’essa un’emergenza?”, ripercorre il legame tra William Congdon, pittore americano nato in Rhode Island ed educato in Connecticut, e l’Italia, in particolare il Molise. William (Bill) Congdon (1912-1998) non è ancora conosciuto quanto meriterebbe, ma lo sarà presto e giustamente perché è un rappresentante emblematico del percorso artistico e filosofico del ‘900. 

Colonne e luci

Se non avete mai avuto l’occasione di leggere la Storia della colonna infame di Alessandro Manzoni, potreste sfruttare qualche piovosa serata di fine estate per farlo. Il libro, spesso citato a proposito e a sproposito dai protagonisti delle vicende giudiziarie che si sentono ingiustamente accusati, fornisce qualche cosa di più che una semplice denuncia di mala giustizia.

L'estate della filosofia

C’erano ben più di 30 gradi, giorno e notte, al convegno mondiale della filosofia che si è tenuto a Roma tra il 1 e l’8 agosto. Più di 5.000 filosofi di tutto il mondo, miriadi di interventi, una valanga estiva di pensieri. C’erano filosofie di tutti i tipi e pensatori di ogni genere, a dimostrare che la filosofia è una passione, nel senso stretto di ciò che si patisce, una malattia. Siamo così noi esseri umani: patiamo il pensiero, ci piace pensare o non possiamo farne a meno. 

Leggere troppo lentamente, leggere troppo velocemente

Mentre vi trovate a leggere sotto l’ombrellone o sdraiati su un verde prato di montagna, siete nella posizione migliore per riflettere un istante su uno dei folgoranti pensieri, il n. 38, di Blaise Pascal. Il grande matematico e filosofo diceva che “Se leggiamo troppo velocemente o troppo adagio non capiamo niente”.

La libertà e la politica liberale

Dopo l’articolo della settimana scorsa sulla libertà, qualche lettore mi scrive per chiedere quali siano le conseguenze di un’idea di libertà che non sia neutrale, nella quale cioè non valga il detto per cui tutto è permesso purché non leda la libertà altrui. Infatti, una volta dimostrato che lediamo, influenziamo, condizioniamo sempre la libertà altrui, allora come la mettiamo con il mondo liberale occidentale? Dovremmo forse sposare un’idea di Stato etico come i totalitarismi del secolo passato e quelli presenti nei quali lo Stato ci dice che cosa è bene e che cosa è male?

La libertà e il detto più famoso del mondo (occidentale)

Se chiedete nel nostro mondo occidentale che cosa sia la libertà, la maggior parte delle persone vi risponderà con un’espressione che riprende gli scritti di John Stuart Mill dell’anno 1848: la libertà è fare ciò che si vuole purché ciò non leda la libertà altrui. Mill in realtà non aveva nessuna intenzione di difendere un individualismo sciocco e non avrebbe mai sposato le interpretazioni odierne del suo detto.