Il respiro del violino
Immaginate Antonio Stradivari in un bosco, in una giornata autunnale di fine Seicento, mentre appoggia la schiena a un tronco d’albero e sentendone la vibrazione dice «è lui», già pensando al suono del violino che verrà.
Immaginate Antonio Stradivari in un bosco, in una giornata autunnale di fine Seicento, mentre appoggia la schiena a un tronco d’albero e sentendone la vibrazione dice «è lui», già pensando al suono del violino che verrà.
«Concerto non adatto ai bambini e ai deboli di cuore». Così recitava un programma presentato al Festival di Helsinki in agosto: Le Carnaval des Animaux di Camille Saint-Saëns, divertente suite in cui gli strumenti imitano gli animali, eseguita mentre su uno schermo scorrevano immagini di bestie morte, carcasse sventrate, plastica a soffocarle, conseguenze di scorretti comportamenti dell’uomo.
Ingredienti di un successo: tenere segreto il luogo dell’evento, locale piccolo, poco pubblico alle spalle dell’artista e non davanti; telecamera fissa che riprende tutto e trasmette in streaming.
Il Fa è rosso e il Do invece un bianco sporco. Ha colorato così la tastiera del suo immaginario Paolo Conte, rivolgendosi tempo addietro agli studenti al Conservatorio di Torino: «ogni tonalità ha un colore specifico, musicalmente io ho una tavolozza precisa».
Gli attacchi terroristici di Parigi 2015 sono legati al nome Bataclan; ė però poco risaputo che quel teatro, aperto nel 1865 come Grand Café Chinois e ispirato nell’architettura a una pagoda cinese, il buffo nome lo deve all’operetta Ba-Ta-Clan, ambientata in una Cina immaginaria, cantata in uno strambo linguaggio e presentata con successo a Parigi nel 1855.
Chi non ha mai cantato in coro, almeno una volta?
Anche quest’anno il Festival MITO Settembre Musica ha messo in cartellone a Torino e Milano il “Giorno dei cori”: 10 concerti per 10 cori e poi la sera MITO Open Singing, ovvero tutti in coro, coristi e pubblico.
Romeo e Giulietta sono tornati a Verona ballando sulle note di Prokofiev. A fine agosto in oltre 10.000 hanno applaudito Sergei Polunin, star mondiale del balletto, in scena all’Arena nel Romeo e Giulietta di Sergej Prokofiev.
«Il suono di un motore a 12 cilindri Ferrari è una sinfonia che nessun direttore d’orchestra è in grado di dirigere».
Il Washington Post ha pubblicato il 3 luglio scorso la “recensione di un concerto per mucche”.
Proprio così, mucche come pubblico ad ascoltare Stevie Wonder.
Così cantava João Gilberto, musicista brasiliano scomparso a inizio luglio. Riccardo Ruggeri in un tweet lo ricorda con queste parole: «uno dei padri della bossa nova, un pezzo della mia giovinezza».