Musica in parole


Il Boléro di Ravel

Dobbiamo alla nota danzatrice Ida Rubinstein la richiesta a Maurice Ravel di una partitura per balletto che fosse di ambientazione spagnola.

La domanda fece presa sul compositore che con la cultura spagnola aveva familiarità, lui nato nella città basca di Ciboure, vicino Biarritz e al confine francese con la Spagna. Ravel ricordava spesso la madre (di origine basca) che da piccolo lo cullava cantando canzoni popolari basche o spagnole e l’influenza che tale eredità ebbe nella vita del musicista è testimoniata da alcune sue composizioni.

Il progetto per la danzatrice andò in porto velocemente e il balletto dal titolo “Boléro” fu messo in scena all'Opéra di Parigi nel 1928.

Si trattò di un vero successo: a stupirsene fu Ravel che considerava il suo lavoro solo un esperimento. Non da meno fu la presentazione in forma di concerto diretta dallo stesso Autore a Parigi nel 1930.

Grande popolarità del “Boléro” si dovette da subito anche ad Arturo Toscanini che lo diresse già nel 1929 a New York e l’anno dopo a Parigi con grandioso riscontro. A dire il vero queste esecuzioni causarono un attrito tra direttore e compositore perché Ravel avrebbe voluto un’interpretazione più lenta, come indica il “moderato assai” scritto in partitura. L’impetuoso e deciso Toscanini però continuò a interpretarlo più rapido e con grande slancio.

Nonostante l’exploit delle prime presentazioni e registrazioni, ancora non si poteva immaginare il successo planetario di questo brano che sarebbe stato conosciuto ben oltre i confini della classica, destinato ai più vari impieghi e trascrizioni e tuttora continuamente eseguito.

Il fascino della musica del “Boléro” sta nel presentarsi come una sequenza straordinariamente semplice ma di complessità ammaliante nei dettagli. Il pezzo si basa su un solo tema suddiviso in due lunghe frasi ripetute in modo incessante per tutta la durata della composizione. Iconico e ipnotico.

In partitura è indicato all’inizio un pianissimo con cui un tamburo scandisce la base ritmica - che implacabile sostiene tutto il brano - mentre viole e violoncelli accompagnano con un pizzicato il flauto, il primo strumento ad eseguire il celebre tema ripetuto un dopo l’altro da strumenti diversi e poi riproposto da vari gruppi strumentali. Così il suono si ingrossa e il progressivo crescendo finisce per coinvolgere l’orchestra intera.

Fantastico esempio delle grandi capacità di strumentazione di Ravel.

Il compositore era nato il 7 marzo 1875 e nel 2025, per celebrarne il 150° anniversario della nascita, tra le tante belle iniziative va sottolineato il Festival Ravel di Saint-Jean-de-Luz nella regione dei paesi baschi, che dedicherà un’intera giornata al “Boléro”.

In chiusura eccovene un video con un’interpretazione in tempo “moderato”, proprio come piaceva a Ravel.

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Zafferano

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