Secondo qualche biografo Chopin avrebbe tratto ispirazione dal cagnolino di George Sand (pseudonimo di Aurore Dupin), la celebre scrittrice con cui ebbe una lunga relazione sentimentale. Nella casa della Sand a Nohant il Maestro trascorse parecchie estati e in quel luogo nella campagna francese - che era diventato il suo rifugio sicuro - nacquero grandi composizioni come la Polonaise-Fantaisie, la Sonata op 35, la Berceuse, Notturni, Mazurche. Oltre a comporre Chopin si godeva l’atmosfera rilassata, le serate musicali ‘en famille’ e anche la compagnia di Marquis, ‘le petit chien’ intelligente e divertente che al compositore piaceva, come scrisse in alcune lettere.
Marquis spesso rincorreva buffamente la sua coda, girando in tondo su se stesso; in egual modo si possono descrivere le note iniziali del Valzer op. 64 n. 1 per pianoforte che sarebbe dunque nato osservando il gioco del cane. Aprono infatti la danza quattro suoni ripetuti dalla mano destra che poi continua la sua corsa sulla tastiera a ritmo di valzer; dopo un’elegante e più pacata parte centrale la ripresa torna a girare su se stessa con cascata di note in aggiunta finale.
Composizione “miniatura”, il brano ebbe subito molto successo e diventò uno dei tanti temi chopiniani famosi.
Nel tempo le interpretazioni sono state le più varie, molte tendenti a battere tutti i record di velocità di esecuzione, mentre pare che Chopin lo eseguisse senza curarsi della velocità ma indugiando sul girotondo delle prime note e la cura del suono.
Tra le tante versioni celebri vi indico quella di Claudio Arrau che trovate qui e il video con l’esecuzione di Lang Lang. Buon ascolto.