Musica in parole


Musica nel piatto: coltelli per cantare

Sono un mistero i coltelli di cui sto per raccontare: si tratta di raffinate posate da tavola, manufatti di gran pregio probabilmente italiani, di epoca rinascimentale (1500-1550). L’impugnatura è in avorio intarsiato con manopola finale in argento.

Rimane incerta la destinazione d’uso per la quale furono realizzati perché la lama, piuttosto larga, reca inciso un rigo musicale, note, testo latino e l’indicazione del registro vocale (soprano, tenore ecc).

Eccone un’immagine https://images.app.goo.gl/ZSKZiVt6fSTWrncp6 (WOM - Altervista) in cui compare anche la notazione moderna della frase musicale incisa; la musica dei coltelli è stata infatti studiata e trascritta, poi anche registrata dal coro del Royal College di Londra.




Ogni coltello mostra una melodia che si integra con quelle, tutte diverse, presenti su altre lame a formare un set che equivale a una partitura vocale.

Su un lato di ogni coltello la musica corrisponde a un “Benedictus” e a un “Gratiarum actio” dall’altro. Da qui la maggior parte degli esperti ha dedotto che i coltelli fossero utilizzati come spartito da ognuno dei commensali; lo scopo sarebbe stato il cantare tutti insieme una preghiera di benedizione per il cibo che si stava per consumare e una di ringraziamento a fine pasto.

Ritrovati in varie parti del mondo ed etichettati come “Notation Knives” sono ora custoditi in vari musei. Gli interrogativi sul loro impiego non mancano: alcuni studiosi dubitano si usasse un coltello sporco per leggere un canto rivolto all’Altissimo e altri ricordano come all’epoca fosse solo la servitù a maneggiare i coltelli per tagliare la carne. Altri esperti ancora han avanzato l’ipotesi che non si usassero come posate ma come originali segnalibri, però la supposizione convince poco anche per le tracce di usura evidenti sulle punte di parecchie lame.

Quindi si torna all’idea più accreditata, che davvero questi bellissimi coltelli fossero presenti su qualche tavola (sicuramente di importanti famiglie) per essere utilizzati come spartiti e forse solo per porgere la carne e in occasioni speciali, celebrative o rituali. Sarebbero indicativi, sostiene Flora Dennis - storica dell’arte e musicologa - del ruolo formale della musica nella cena di quei tempi.

Kirstin Kennedy, in qualità di curatrice del londinese Victoria & Albert Museum ha affermato che un po’ di mistero intorno a queste preziosità rimarrà; ecco il video in cui potete vederne un esemplare da lei descritto e sentire “le melodie dei coltelli da tavola” intonate da un quartetto vocale.

Più musica nel piatto di così!


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