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Vincitori e Vinti dopo cinque mesi

Dopo cinque mesi dall’inizio dell’invasione Russia in Ucraina, che i media mainstream si ostinano a qualificare come “non provocata” per tenere Nuland e Biden al riparo da domande indiscrete, il bilancio tra vincitori e vinti è quello previsto. Vincitori assoluti gli USA, che tra missili e sanzioni si portano a casa il controllo dell’Europa, specie sulla Germania. Perdenti assoluti Ucraina ed Europa, la prima asfaltata e con 18 milioni di rifugiati a spasso, la seconda in recessione a riflettere su che boomerang sono le sanzioni.

La Russia perde in termini umani, di isolamento commerciale e vede un calo del PIL del 11%, ma recupera con un buon flusso di cassa e dimostrazione al mondo del pericolo di dollaro e SWIFT. I paesi BRIC vincono, pagando l’energia il 30% in meno dei paesi sanzionatori, esportando a manetta ed accogliendo altri paesi non allineati nel loro gruppo di influenza. Ci sarebbe da ridere se paesi europei chiedessero di entrare nei BRIC.

Per dare un’idea dell’effetto sanzioni in Europa, ricordiamo che la bilancia commerciale tedesca passa da un avanzo di 200 miliardi a 25, mentre per Italia e resto del continente si passa a deficit rispettivamente di 10 e 163 miliardi. Quasi divertente che i pagamenti verso la Russia, nonostante le sanzioni, passino da 19 a 77 miliardi. Ed i pagamenti sono per la maggior parte in dollari, con buon beneficio per la valuta americana che si apprezza sull’euro e consente di attirare enormi flussi verso le casse USA. Il debito pubblico americano, a circa $24 mila miliardi di cui un terzo detenuto dai principali paesi che esportano verso gli USA, continua a crescere grazie alla guerra e ad una recessione globale ormai in corso. La Fed può alzare ulteriormente i tassi, sapendo che quello farebbe poco per combattere l’inflazione ma parecchio per richiamare maggiori investimenti verso le proprie casse. In pratica, le sanzioni hanno danneggiato Russia ed Europa, USA e BRIC son contenti.

Zelenski e Putin continuano il copione del difensore della libertà democratica contro l’invasore tirannico, in un crescendo di brutalità grazie al rifornimento continuo di armi dagli amici. Tanto alla Nato quanto alla Russia non conviene allargare il conflitto militare oltre confine: l’Ucraina è un ring grande a sufficienza per darsele di santa ragione senza ricorrere ad armi nucleari. Peccato per la popolazione, che ne paga le conseguenze peggiori. È solo l’Europa che può fermare il conflitto, quando prenda coscienza che sanzioni, milioni di rifugiati, e svantaggio competitivo rispetto ai BRIC, mettono i 28 in brutte acque. Come capita in tutti i condomini, i paesi più ricchi ed occidentali iniziano ad impaurirsi delle conseguenze delle sanzioni, ma quelli orientali vicini alla Russia non ne vogliono sapere di darla vinta a Putin, stallo. Prima che decidano qualcosa: campa cavallo.

Se il conflitto finisse oggi, Putin non potrebbe dire che ha vinto sul campo, ma gli sarebbe facile sostenere che USA e Nato hanno usato l’Ucraina per aumentare il debito e quindi il controllo dell’Europa in mano a Washington. La prova è nei BRIC: tenendosi a debita distanza dall’uno e dall’altro contendente stanno guadagnando tantissimo, e dimostrano che il mondo a guida Occidente è pericoloso. La Cina ha capito che il mondo bipolare non le conviene, ci sarà sempre un Presidente democratico pronto a lanciar missili. Meglio un mondo multipolare, dove i paesi da colpire son troppi per andare in guerra, ed il potere economico diventa distribuito. L’incontro tra Biden ed il principe saudita MBS chiude la partita: Washington deve abituarsi ad un mondo diverso quando l’Arabia Saudita ti manda a spigolare.


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