Musica in parole


Riaperture in frac

Con la riapertura al pubblico delle mostre e dei luoghi d’arte, al Conservatorio di Milano può di nuovo far bella mostra di sé il frac di gala di Arturo Toscanini, quello confezionato su misura dal sarto Caraceni di Roma nel 1933 e poi acquistato all’asta nel 2015 da Riccardo Muti che lo ha donato all’Istituto milanese dov’è in esposizione, pandemia permettendo.

Intanto la Fondazione Toscanini spera entro l’anno...

... di riportare a Parma, capitale italiana della cultura 2021, il frac newyorkese del grande musicista parmense, realizzato dalla sartoria Scalia di New York e indossato dal Maestro per i concerti con la NBC Symphony Orchestra; il progetto è di esporlo in Fondazione dal prossimo ottobre, con l’inaugurazione del “Centro internazionale di studi e archivio Arturo Toscanini”.

Anche la riapertura al pubblico del Teatro alla Scala che avverrà la prossima settimana ci riporta a Toscanini e ai suoi frac. Due concerti stanno per segnare la ripresa milanese dopo la lunga sosta forzata: il primo vede in scena Coro e Orchestra del Teatro diretti da Riccardo Chailly e la sera dopo, con la direzione di Muti, la Scala ospita i Wiener Philharmoniker; gli eventi celebrano i settantacinque anni della storica riapertura datata 11 maggio 1946. Sul podio allora c’era Arturo Toscanini, tornato dagli Stati Uniti a dirigere una serata simbolo carica di speranza e di aspettative, in un Teatro ricostruito in tempi record dopo esser stato distrutto dai bombardamenti del 1943.

Il violinista Franco Fantini, per tanti anni primo violino alla Scala, ha spesso ricordato quel concerto per lui indimenticabile, anche perché suonò indossando un frac di Toscanini: allora ventunenne, Fantini aveva da poco vinto il concorso come violino di fila presso la prestigiosa Orchestra, ma la sua famiglia non poteva permettersi l’acquisto dell’indispensabile marsina; fu così che il suo insegnante di violino, imparentato con Toscanini, riuscì a fargli avere un vecchio frac del grande direttore. Ancora decenni dopo il violinista racconterà in più occasioni l’emozione di ricevere quel regalo e di indossarlo proprio mentre suonava diretto da Toscanini: “Ce l’ho ancora, con la targhetta “Sartoria Caraceni di Roma”, scritta a penna e un po’ sbiadita, nella tasca della giacca”.

Era un’Italia povera e sofferente quella che il celeberrimo Direttore trovò nella primavera del 1946; qui mancava di tutto, compresi i ricambi delle corde per gli archi e infatti le cronache di allora raccontano che Toscanini li avesse portati da New York. Quel sabato 11 maggio il concerto della ricostruzione era previsto “alle ore 21 precise” come indicato in locandina; i prezzi dei posti in Galleria variavano da 2000 lire per la poltrona a 150 lire per l’ingresso. Il programma lo trovate qui.

Come si nota dal brevissimo documento video della RAI (purtroppo senz’audio), il distanziamento era parola sconosciuta. Il Maestro era in frac, i professori d’orchestra anche. Grandi applausi.


© Riproduzione riservata.
Zafferano

Zafferano è un settimanale on line.

Se ti abboni ogni sabato riceverai Zafferano via mail.
L'abbonamento è gratuito (e lo sarà sempre).

In questo numero hanno scritto:

Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite