Nacque nel gennaio del 1945, e la guerra finì. Ne iniziò subito una sua privata e personale contro i formalismi, tutt’ora in corso, con esiti infausti. Si considera comunque uno degli ultimi fortunati avendo vissuto gran parte della sua vita in un mondo alieno. Oggi nonno felice.
Riccardo Tonelli 1945
Chi fui, lo posso dire. Mi diedero un nome, appartenni ad un cognome, come tutti. Ma non credo che basti. Cosa feci. Più o meno quello che fanno tanti. Non tutto, comunque. Quando apparvi sulla scena del mondo, la mia fascia temporale si estese tra un millennio e l’altro, senza che capissi bene cos’è il tempo. Il luogo dove nacqui non lo scelsi io, ma vissi anche altrove, mi mancò il mondo. Non chiedetemi perché accadde tutto questo, non so rispondervi. Posso dirvi, comunque, che il senso lo conosco solo io. Il resto è silenzio.
Imparai a leggere e scrivere mettendo insieme i caratteri mobili sul compositore della piccola tipografia paterna. Legai quelle righe di piombo fatte di lettere e vidi come la "forma" dava senso al contenuto. Su di essa passai il cilindro con l'inchiostro che dava vita alla bozza. Non mi stancai mai di correggere e correggermi stampando quel libro che ogni uomo scrive per la biblioteca della vita. A chi, cosa, quando e dove ho saputo dare una risposta, forse, ma non chiedetemi quella al "perchè".
Galloway 1939
È nato col sorriso, continuò a sorridere per tutta la vita, con un unico principio “la vita è un carnevale”. Fu un grande produttore di felicità, prima i giocattoli poi i coriandoli, era predestinato, il suo modo di vivere rispecchiava il suo lavoro, è vissuto sempre come uno spirito allegro.
Ora è andato a far festa da un'altra parte.
Andrea Ossola 1966