LA Coppa


SMS dalla F1

Le prime sferzanti frustrate dell’inverno iniziano a sentirsi sul volto, i primi manti bianchi ricoprono pergolati e marciapiedi in collina e pianura, ma c’è aria di saluti da fine della scuola, feste, cene, tipici di giugno, di arrivederci e di addii.

Ad Abu Dhabi, ultimo gran premio della stagione, si tirano le somme, si fanno bilanci e pagelle.

Qui curo tre personaggi, le tre stelle: Lewis Hamilton, Max Verstappen, Charles Leclerc, perché, a dispetto di tutto, la F1 riesce a regalarci ancora emozioni forti, trasmettere messaggi universali.

Lewis ci ricorda il sogno che avevamo da bambini, che quell’intrinseca passione si può coltivare e si può raggiungere quel sogno. Quel “abbiamo sognato da soli, ma insieme ci abbiamo creduto” nell’ultimo team radio, nel giorno del suo addio alla Mercedes, dopo una ennesima strepitosa rimonta, ne è la testimonianza.

Ci ricorda anche che, alle porte dei quarant’anni, si possa essere ancora estremamente competitivi ed aperti a nuove sfide, come quella accettata di approdare in Ferrari la prossima stagione. In Ferrari porterà la mentalità del campione a tutta la scuderia, non più abituata alla vittoria sebbene, forse, ora sia pronta per il ritorno.

Disciplina, allenamento, fame e quel fuoco dell’amore per la guida che arde, costantemente alimentato da grossi ceppi di quercia.

Max, anche da chi scrive, a volte un po’ sottovalutato per l’astronave su cui sedeva, ha dimostrato ancor di più quest’anno che è già tra i Grandi. Con una macchina normale ha dominato ancora, trascinando un team in difficoltà per faccende extra pista e orfano dello stregone Newey. Max ha acquisito, anche attraverso le vittorie, quella sicurezza nelle sue enormi qualità che disarma e, nello stesso tempo, infonde estrema fiducia alla squadra. È riuscito a canalizzare tutta la sua violenza, rabbia, esuberanza, quell’essere sopra le righe, in qualcosa di unico, trasformandola in cattiveria agonista sana, competizione ai massimi livelli, scendendo sempre in pista per vincere, anzi stravincere, senza concedere nulla, senza risparmiarsi mai, non importa se già con il titolo mondiale vinto; divertendoci con i suoi ironici e pungenti messaggi radio. Max non chiede, non frigna, se lo va a prendere, anche in modo estremamente duro, ma senza paura, senza paura di disturbare e chiedere il permesso.

Un esempio esplicativo, Perez, suo compagno di squadra, si apre in radio, durante una sessione di prove, lamentando che una Alpine lo stesse rallentando in uscita in pit lane, Max non dice nulla, passa all’esterno, a fil di muro e sorpassa tutti. Smargiassata in purezza, ma insegna qualcosa di profondo: come l’uomo moderno debba saper incanalare in modo costruttivo quella parte più violenta ed aggressiva, inestirpabile nell’uomo sin dai primitivi che la sostanziavano nella caccia, poi nel succedersi di guerre autodistruttive.
Charles dimostra tutto il suo talento, quanto tenga in modo particolare alla Ferrari ed al mondo Ferrari. Ci mostra che gli anni di purgatorio, delle sconfitte, delle umiliazioni, frustrazioni, errori, fanno parte del percorso di crescita per poi giungere al meritato successo che, sono certo, a breve arriverà e lì, più sereno e consapevole, sbloccherà pienamente il suo potenziale.

Ultima battuta con un apprezzamento al programma di approfondimento sportivo più preparato e ben fatto della televisione “Race Anatomy”, condotto da Fabio Tavelli, accompagnato da veterani della F1 tra cui il mitico Leo Turrini, l’ingegner Mazzola, ed altri. Divertente, leggero, ma nello stesso tempo serio e mai banale. Merita, fra i palinsesti Sky, maggior tempo e spazio.

La settimana scorsa è uscita una lunga intervista a Riccardo Ruggeri, disponibile integrale su X e sulla pagina YouTube “beestime”, un programma condotto e prodotto da Emanuel Gazzoni, che si dedica ad interviste con ospiti con una storia e carriera professionale di altissimo livello.

Nell’intervista parliamo della sua lunga vita, il lungo periodo in Fiat da operaio a CEO, gli anni nel settore della difesa, passando per Zafferano, gli scenari sul mercato europeo dell’auto in crisi, sanzioni e triangolazioni, l’innovativo modello organizzativo. Si conclude con un messaggio finale profondo, un "tweet" di enorme umanità e sincerità, un testamento. Qui il link YouTube alla intervista completa.
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Zafferano

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In questo numero hanno scritto:

Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Emanuel Gazzoni (Roma): preparatore di risotti, amico di Socrate e Dostoevskij, affascinato dalle storie di sport
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.