LA Caverna


La formazione dei docenti: leva strategica per una scuola che educa al futuro

La formazione dei docenti non può più essere considerata un aspetto accessorio del sistema scolastico, bensì il suo vero motore di cambiamento. Se vogliamo una scuola che non si limiti a trasmettere nozioni, ma che accompagni ogni studente nella costruzione di una cittadinanza attiva, nella maturazione di un pensiero critico e nella capacità di affrontare le complessità della società contemporanea, dobbiamo ripensare radicalmente il modo in cui si preparano e si accompagnano gli insegnanti.

Una scuola è tanto forte quanto lo è la sua comunità docente. E una comunità docente è tanto più efficace quanto più è formata, motivata, supportata. La formazione, dunque, non può essere un evento occasionale o una pratica burocratica, ma un processo continuo e coerente, che si sviluppa lungo tutto l’arco della carriera professionale.

Deve essere profondamente radicata nella pratica didattica quotidiana, in stretta connessione con i bisogni reali degli studenti e con i progetti educativi delle scuole e, soprattutto, deve andare oltre l’aggiornamento dei contenuti disciplinari, per sviluppare competenze pedagogiche, relazionali, digitali, emotive. Oggi più che mai, un bravo docente non è soltanto un esperto di materia, ma un educatore, un mentore, un facilitatore di apprendimenti significativi. Troppo spesso la formazione è percepita come poco utile o inefficace. Non mancano le criticità: percorsi frammentati, proposti da enti diversi e privi di una visione d’insieme; corsi scollegati dalla realtà quotidiana della classe, che faticano a produrre un reale cambiamento; un’eccessiva enfasi sugli aspetti disciplinari a scapito delle dimensioni educative; una scarsa valorizzazione della partecipazione formativa sul piano del riconoscimento professionale ed economico.

Perché la formazione possa davvero diventare il cuore pulsante di una scuola di qualità, serve un profondo cambiamento culturale e organizzativo. Occorre costruire un sistema formativo coerente, legato al piano di miglioramento della scuola e ai bisogni emergenti delle comunità educanti. Serve una formazione retribuita, svolta in orario di servizio, riconosciuta come diritto-dovere professionale e non come attività accessoria o volontaria. Va istituito un serio percorso di mentoring, che permetta ai docenti più esperti e formati di affiancare i colleghi all’inizio della carriera, sostenendoli nella gestione della classe, nella relazione educativa, nella progettazione didattica. Bisogna creare un legame diretto tra formazione e carriera, affinché chi si impegna in percorsi di crescita avanzata, assume incarichi di tutoraggio o diventa formatore interno, possa vedere riconosciuto concretamente il proprio contributo.

Le competenze da promuovere attraverso la formazione devono rispondere alle nuove sfide della scuola contemporanea. È necessario formare gli insegnanti a utilizzare metodologie didattiche attive e inclusive, come il cooperative learning, il project-based learning, il service learning. Vanno integrate nei percorsi educativi tematiche fondamentali per la cittadinanza globale: sostenibilità ambientale, legalità, educazione affettiva, cittadinanza digitale. Occorre formare i docenti alla gestione dei conflitti, al lavoro cooperativo, all’ascolto attivo, alla promozione del benessere relazionale e va potenziato l’uso critico e consapevole degli strumenti digitali, come risorsa per una didattica più efficace, accessibile e inclusiva. Ma tutto questo non può avvenire in solitudine. La formazione deve essere anche un’esperienza collegiale, da condividere all’interno di reti di scuole e comunità professionali in cui i docenti possano confrontarsi, riflettere insieme, co-progettare percorsi innovativi.

La condivisione di buone pratiche, la circolazione delle esperienze, la costruzione di una cultura della collaborazione sono elementi essenziali per rafforzare la motivazione, l’identità professionale e il senso di appartenenza. A ben vedere, il docente di oggi e di domani è chiamato a essere un vero e proprio “architetto della persona”. È colui che progetta ambienti di apprendimento stimolanti e accoglienti, seleziona metodologie opportune, adatta il proprio approccio ai diversi bisogni degli studenti, guida e ispira ciascuno a dare il meglio di sé, a diventare un cittadino consapevole, capace di contribuire al bene comune. È una figura complessa, poliedrica, strategica per il futuro del Paese. Questa visione non è un’utopia.

È la direzione necessaria, possibile, concreta. Ma per costruirla servono dirigenti scolastici coraggiosi e lungimiranti, capaci di investire nella formazione dei loro docenti come strumento primario di innovazione, qualità e crescita. Formare i docenti significa prendersi cura del futuro. E non c’è investimento più importante di questo.

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In questo numero hanno scritto:

Umberto Pietro Benini (Verona): salesiano, insegnante di diritto e di economia, ricercatore di verità
Angela Maria Borello (Torino): direttrice didattica scuola per l’infanzia, curiosa di bambini
Valeria De Bernardi (Torino): musicista, docente al Conservatorio, scrive di atmosfere musicali, meglio se speziate
Roberto Dolci (Boston): imprenditore digitale, follower di Seneca ed Ulisse, tifoso del Toro
Giovanni Maddalena (Termoli): filosofo del pragmatismo, della comunicazioni, delle libertà. E, ovviamente, granata
Barbara Nahmad (Milano): pittrice e docente all'Accademia di Brera. Una vera milanese di origini sefardite
Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
Guido Saracco: già Rettore Politecnico di Torino, professore, divulgatore, ingegnere di laurea, umanista di adozione.