L’impressione che mi son fatto a pelle è che questi manifestanti e spettatori rappresentino una parte crescente dell’opinione pubblica americana, che comincia ad avere un vaghissimo fastidio al pensare di esser corresponsabili dei bimbi sparati in testa, o morti di fame. Marco Rubio, il nostro Segretario di Stato, è corso da Bibi per un esercizio di equilibrismo diplomatico: da un lato l’America non vuole tradire pubblicamente Israele, ma governo ed IDF stanno tirando sempre di più la corda, si rischia il guaio.
Bernie Sanders, senatore ebreo e finora prudentissimo ad urtare la sensibilità israeliana, ha appena infranto il tabù: a Gaza è genocidio. Sorprendentemente, non è stato sommerso di critiche bi-partisan ben sponsorizzate dalla lobby ebraica, che ricordiamo rimpingua le tasche di ogni politico a Washington, a prescindere da appartenenza di partito, religiosa o etnica. Al contrario, tutti i politici intervistati han balbettato: scusa devo scappare, sono in ritardo per judo.
Anche tra i repubblicani, dopo la Merjorie Greene si sono alzate altre voci di dissenso, specialmente nella schiera degli “American first” (in primis gli interessi americani) che vorrebbe usare i fondi pubblici solo per gli interessi domestici, non sperperarli in guerre straniere come la Palestina. Lo stesso Trump, con battuta da scaricatore di vasellame cinese, ha reso il patos dell’amministrazione: “Bibi mi fotte”.
Aver cercato di eliminare la delegazione di Hamas in Qatar per i negoziati organizzati dagli USA è stato un boomerang notevole per Israele, e dichiarare che l’IDF è pronto a bombardare in qualsiasi posto pur di eliminarne rappresentanti, ha solo peggiorato la situazione. Se non vuoi negoziare, se non vuoi il cessate il fuoco, se da tre anni non vieni a capo dei terroristi e sei solo frustrato perché hai ancora 50 ostaggi appesi, fai che dirlo chiaramente, senza tradire noi ed i pochi alleati che abbiamo da quelle parti.
Bibi e compagni contano, correttamente, sull’enorme influenza della lobby ebraica americana, ma quando tutti si sentono presi in giro, da sinistra a destra, da giovani a vecchi, da bianchi a neri, il supporto vien meno, e dieci milioni di ebrei in terra santa potrebbero trovarsi in acque calde. Non è un caso che il sondaggio sul tifo per Israele non sia stato aggiornato di recente: evidentemente siamo a percentuali preoccupanti. Ad oggi stiamo dando quasi $4 miliardi in armamenti ed altri $6 miliardi in sovvenzioni varie: son soldi. Che sia ora di stringere i cordoni della borsa?
Come scrive benissimo Michele da X, Bibi non ha gestito al meglio la crisi del 7 ottobre, specialmente ha perso la battaglia della propaganda, comunicazione, ed influenza dell’opinione pubblica. Dopo tre anni Hamas ha parecchi ostaggi, riesce a fare ancora attentati in Israele ed uccidere soldati dell’IDF, e specialmente è riuscito a farsi passare per la vittima, di un genocidio per di più.
Logicamente, ci possiamo attendere che l’IDF asfalti tutta la Palestina e riesca a cacciar via milioni di poveracci: la forza bruta di missili e tecnologie assassine c’è tutta. Ma come si legge sul libro più diffuso al mondo, ogni tanto Davide vince su Golia.