Respighi usa i suoni per richiamare immagini della natura, le stagioni, come pure stati d’animo e riferimenti alla mitologia.
L’autunno inteso come periodo di transizione tra estate e inverno, tra pienezza e declino in un alternarsi di colori musicali forti e toni meditativi: dal gioioso canto del vinaio ai delicati suoni del flauto di Pan, come indicato dall’Autore.
Protagonista assoluto è il violino che in dialogo con l’orchestra suggerisce emozioni a contrasto. La partitura consente al solista di brillare sia per sensibilità che per virtuosismo.
Opera intensa ma breve, è lontana dal maestoso stile delle più celebri composizioni sinfoniche di Respighi - come “I Pini di Roma” e “Le fontane di Roma” - ed è successiva a questi lavori di grande respiro che han reso il compositore autore affermato a livello internazionale.
Il “Poema autunnale” è brano poco conosciuto che però all’ascolto non manca di risultare suggestivo. Lo trovate qui nell’interpretazione di Julia Fischer.