Il Cameo


Prima che scoppi la guerra civile diamoci una calmata!

Il tragico assassinio di un influencer politico americano, sconosciuto in Europa e nel mondo, ha aggiunto un di più al clima di odio assoluto e reciproco fra i due spicchi dell’arancia meccanica americana. (Un suggerimento: digitate “arancia meccanica, significato profondo” e Google AI Overview vi spiegherà, in dettaglio, la mia metafora). Invece, la stessa non è stata ancora educata alla seconda parte della metafora che supera la divisione dei cittadini americani fra democratici e repubblicani, fra destra radicale e sinistra radicale, concentrandosi nelle due imbarazzanti culture che ne stanno prendendo il posto.

Questa “ventata atlantica” di odio, che ha raggiunto livelli importanti, quale tipologia di odio pratica? In prima approssimazione parrebbe trattarsi di odio sociale. Se così fosse, sorgerebbe spontanea una domanda: l’odio sociale è destinato a sfociare prima o dopo nella guerra civile?

Per me, la risposta è: sì, può. Alimenta divisioni e conflitti fra i cittadini, che si innestano anche su altri fattori critici, come quelli economici, sociali, etnici, ideologici, persino religiosi.

Il Patriziato euro-americano è questo che vuole? Perché si identifica nella ridicola Flotilla e non nella voce di Leone XIV che ha evangelicamente ricordato: Dio ha comandato di non uccidere? Perché questo, e solo questo, dovrebbe essere l’obiettivo di noi abitanti del creato.

È quantomeno imbarazzante ascoltare le parole di odio che i nostri parlamentari si scambiano nell’emiciclo di Montecitorio, così come quelle dei nostri intellettuali e giornalisti che frequentano i talk, con conduttori che non fingono neppure più di essere super partes ma che in modo volgare sfrugugliano sugli istinti peggiori dei partecipanti. E così i loro editori, che di questa infinita volgarità sono complici. Come può un editore accettare le ignobili gazzarre che si compiono in questi talk? E di far perdere credibilità, l’unico asset pregiato dell’editoria attuale?

L’unica spiegazione è che invece si voglia arrivare a una qualche forma di scontro finale. Possibile? Sarebbe idiozia pura, in particolare da parte del Patriziato che, questa volta, potrebbe avere tutto da perdere.

Ho avuto l’avventura, per pura casualità, di nascere nel nazifascismo, vivere nel cattocomunismo, quindi nella globalizzazione, praticata da sconce élite cosmopolite, per chiudere con queste due ignobili guerre regionali senza senso. E scoprire un vecchio Patriziato che a fine ciclo si fa guerrafondaio, a parole of course. Mi manca solo la ciliegina sulla torta di una guerra civile stile Rivoluzione Francese per concludere che, in una sola vita, seppur lunga, ho visto, mio malgrado, ogni orrore del vivere incivile. Una seconda Rivoluzione Francese? Possibile che non ricordiamo cosa fu? Non una rivolta del popolo contro l’aristocrazia per creare un mondo migliore (così ce l’hanno raccontata i loschi giacobini) ma un regolamento di conti fra due entità-elitarie, quella emergente degli alto borghesi contro gli ormai mal invecchiati aristocratici. E come finì? Appena al potere gli alto borghesi divennero a loro speculari, e tali sono rimasti per due secoli e mezzo.

Le guerre, comprese quelle civili, si sa come cominciano ma nessuno è certo di come e quando finiscano. Non dimentichiamolo mai.

Da ultranovantenne, ormai al di là del bene e del male, suggerisco a tutti i colti lettori e all’inclita guarnigione, un affettuoso: “Diamoci una calmata!” Non solo perché è giusto, ma perché ci conviene. Per arroganza, per egoismo, in questi cent’anni, abbiamo fatto tanti nodi strani; stanno arrivando al pettine- Ci conviene, con umiltà, scioglierli noi e non lasciarli intonsi a figli e nipoti. Non se lo meritano, e non sarebbe giusto!

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Zafferano

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Riccardo Ruggeri (Lugano): scrittore, editore, tifoso di Tex Willer e del Toro
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